Biasin: "La verità sulle parole di Raiola su Pogba. Tevez? Resta..."

21.04.2015 07:30 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture

Fabrizio Biasin, prima firma delle pagine sportive di "Libero", ha parlato anche del mercato bianconero nel suo editoriale per Tmw. Ecco le sue considerazioni:

Ciao. Sono stato al derby. A San Siro c'era un sacco di gente. A fine primo tempo quasi tutti si erano discretamente stracciati i maroni al punto che si sono divisi in due categorie: non più "interisti contro milanisti" ma quelli che "oh, cosa ha fatto Vale?" contro quelli che "non dirmi un cazzo che mi guardo la replica a mezzanotte su Cielo". Io facevo parte della seconda categoria e, infatti, durante l'intervallo sono andato nella zona-cesso dell'area hospitality pensando fosse un buon luogo dove far passare il quarto d'ora. Il tutto ovviamente trangugiando bignè spazzati al catering. A un bel punto faccio per tornare in postazione, passa un cameriere con vassoio grondante pastarelle, lo blocco, gli fotto due frolle con fragola e ribes, lui mi guarda, riflette e mi fa: "Uè Biasin bella partita di merda. Per fortuna in Argentina ha vinto Vale. Ma si può che Marquez è caduto appena è stato raggiunto dal Dottore a 5 giri dalla fine? Ottimo secondo Dovizioso. Iannone deve crescere, non si può far sorpassare all'ultima curva da Crutchlow. E comunque che spettacolo quando la moto di Hernandez ha preso fuoco! Ciao Biasin, buon secondo tempo. Vuoi un'altra pastarella?". Non gli ho tirato dietro le frolle solo perché sono un pezzente e volevo magnarmele. Così ho fatto.
Son tornato in postazione ed è subentrato l'altro incubo, quello del pronostico, ovvero il barbaro rituale del pre-partita in cui tutti ti scrivono "Uè ma secondo te quanto finisce? Dai, si fa per gioco…" e poi a fine partita "Biasin coglione non c'hai preso neanche questa volta. Sei una barzelletta, fai ridere". Devo dire che questa volta, invece, ci sono andato vicino. Questo il mio pronostico: "Derby assai vivo con molti gol. Certamente non finirà in un pareggio". Non vi dico i "vaffanculi" che mi sono arrivati.
A far peggio ci hanno pensato i protagonisti del derby. Partiamo dal Milan. Per come la vedo io non è il caso di prendersela troppo con i ragazzi scesi in campo (fanno quello che possono e valgono quello che valgono, non è che sbagliano il passaggio apposta o tirano in tribuna per vincere dei concorsi a premi ad hoc), piuttosto è sconcertante l'atteggiamento di chi a metà aprile si rende conto che la squadra è stata costruita male e "c'è da piangere", che è come se Napoleone nel dicembre 1812 rivolgendosi ai francesi avesse detto "che stronzata andare in Russia". Sarebbe suonata come un'ammissione di colpa, o no? Forse no, forse è tutto normale. E' normale che il proprio allenatore vada in conferenza stampa e dica "a volte queste partite dove tutti vogliono vincere purtroppo finiscono in pareggio" (mah…). Oppure: "Volevamo vincere per il nostro presidente" (vincere per salvar la panchina no, Pippo?). O anche: "Il pareggio è giusto". Che magari hai anche ragione, ma se disponi di un minimo di "strategia mediatica" vai davanti alle telecamere e parli chiaro alla tua gente: "Nel secondo tempo abbiamo sofferto, non possiamo offrire questo spettacolo, ci prendiamo il punto che è l'unica cosa buona di questa partita". A meno che tu sia sicuro che i tuoi tifosi siano tutti affetti da cataratta cronica, allora puoi pure raccontare la rava e la fava nella speranza che qualcuno abbocchi. A questo punto ci vien malignamente da pensare che il pensiero di Galliani dietro al suo "Pippo non vogliamo pagare tre allenatori il prossimo anno, quindi datti da fare" sia in realtà "o finisci in maniera straordinaria o vai a casa. Poi non dire che non ti avevo avvisato".
Il resto son questioni legate a un thailandese che a fine settimana dovrebbe sbarcare a Milano per rilevare il club. La situazione non è delle più limpide. Sappiamo che tal Pablo Victor Dana (nome da telenovela argentina tipo "Tempesta d'amore" ma in realtà trattasi di esperto di finanza italianissimo) domenica ha twittato un messaggio firmato Mr Bee per far capire che al thailandese il Diavolo interessa tanto-tanto. La cosa non è piaciuta ad Arcore, ma da casa Berlusconi nessuno ha smentito la trattativa. Invitiamo chi dispone di Twitter a dare uno sguardo alla foto profilo del sciur Dana perché, è vero, l'abito non fa il monaco, ma quel cappello a tese larghe proprio non si può vedere. Chi ne sa, assicura che proprio Dana dovrebbe diventare il "nuovo Galliani", con il capocordata Bee che acquisterebbe inizialmente il 20% delle quote a salire fino al 65% per un importo complessivo variabile tra i 700 milioni e il miliardino di euro.
>> Dagli intermediari, ai tweet del capocordata: diciamo che al momento la faccenda non sembra chiarissima. Dal canto nostro ci siamo permessi di fare una domanda via sms a chi di solito conosce molto bene le cose di casa Berlusconi. Questo il messaggio: "Ciao XXX, perdona il disturbo. Cosa mi dici di Mr Bee? E' in cerca di pubblicità o fa sul serio?". Questa la risposta: "Ciao. Purtroppo mi capirai ma su questo non posso commentare". Nell'ottica del "chi tace acconsente" evidentemente qualcosa di vero c'è, anche se altri assicurano che a fine settimana è previsto l'arrivo contemporaneo di Mr Lee (cordata cinese) per continuare questa sorta di "botta e risposta" ben architettato da Berlusconi e atto ad aumentare il valore delle rispettive offerte. Ad ogni modo chi scrive resta convinto che alla fine l'attuale presidente conserverà la maggioranza e al massimo si farà "aiutare" dal capocordata che mostrerà maggior interesse nell'ottica di una decisa "restaurazione rossonera". In conclusione ricordiamo a lor signori che, prima di tutte queste faccende, l'unico "capocordata" conosciuto al grande pubblico era il grande geometra Calboni ("Fantozzi contro tutti", 1980): in quel caso le cose non andarono benissimo. Come dire: il Diavolo fa gola a tanti, ma non è per tutti.
Quindi l'Inter. Il derby ha restituito un Mancini "old style", ovvero moderatamente incazzato per le questioni arbitrali. Niente di esagerato, ma è la prova che il tecnico ha tutta l'intenzione di continuare a guidare la truppa nerazzurra ben oltre questa deludente stagione. A derby archiviato i numeri restano desolanti e, anzi, la media punti è addirittura peggiorata. Chi ha assistito alla gara in ogni caso è rimasto abbastanza soddisfatto: la difesa per una volta non ha sofferto più di tanto, l'attacco ha prodotto più delle solite due o tre palle gol. Poco se rapportato all'universo-mondo, molto se si pensa alla penuria di questo 2015. Il resto tocca a Thohir, a sua volta discretamente incazzatiello e criptico con quel suo "Tavecchio ha visto tutto". In questi giorni il patron indonesiano metterà a punto le strategie per il prossimo mercato che – opinione personale – non sarà quello dei toppppplayer che giungeranno in massa alla Pinetina, semmai quello della squadra 100% made in Mancini che ripartirà da un solo grande acquisto e da tante "scommesse" (i Maicon e i Julio Cesar non crescono sugli alberi, ma non si sa mai…). Obiettivo numero 1: il rinnovo di Icardi (vicino). Obiettivo numero 2: il rinnovo di Handanovic (lontano ma meno lontano di settimana scorsa). Obiettivo numero 3: la scelta del giocatore "fisico" da mettere in mezzo al campo. Chi crede nell'arrivo di Yaya Tourè registri le parole del suo agente: "Ci sono tante squadre pronte a pagare a Yaya quello che guadagna ora" (220mila sterline a settimana). Thohir se la sente? Obiettivo numero 4: convincere Podolski a uscire dalla bocciofila per tornare alla Pinetina. Torna Poldi, ti vogliamo bene.
Chiusura sulla Juve. Di Tevez sapete: qualcuno dice "resterà", altri son certi che "partirà". Chi gioca con lui è certo che il ragazzo alla fine rispetterà il contratto. In caso contrario il Boca dovrà avanzare la sua offerta nell'ottica dell'antico detto "pagare moneta, vedere cammello". Stessa sorte per Pogba. Raiola dice "Se arriva l'offerta giusta parte" che è come dire "se mi butto nel mare mi bagno molto". La verità è che le parole di Mino sono la conferma che al momento nessuno ha avanzato offerte nonostante le "migliaia di telefonate" ricevute dal suo agente: probabile che il ragazzo rimanga anche la prossima stagione per la gioia della Signora, al momento concentrata sulla tonsillite di Vidal e sul "match dei match" in programma domani.
Vola il Napoli, tornato a correre grazie al ritiro imposto da De Laurentiis, un po' meno per il gioco di Benitez. Le serate partenopee forse languono, ma le vittorie fioccano e se va avanti così gli azzurri non vedranno la luce fino al 2016. Segue l'esempio Garcia: si accorge finalmente che a Roma qualcosa non va e cancella il riposo ordinando l'allenamento punitivo. Se aspettava ancora un po' poteva portare direttamente tutti alla colonia estiva.
Infine un avviso ai naviganti. E' appena iniziata la decima edizione della Press League, il torneo dedicato ai giornalisti. Avete la succulenta occasione di venire a insultarci. Non perdetela. Intanto ecco il mio personalissimo e triste resoconto della prima giornata, pubblicato sabato tra mille dolori (fisici) sul solito Facebook:

"Oggi è iniziata la Press League, torneo di calcetto per giornalisti. Un anno secco che non toccavo il pallone. Sono cambiate un po' di cose.
A 5 anni tornavo a casa dall'oratorio e pensavo "Farò il calciatore, è scritto! W la vita!".
A 16 anni uscivo dai campetti e pensavo: "Con un po' di fortuna farò il calciatore, orcaeva!".
A 22 anni finivo le partite e pensavo: "Se ci è riuscito Torricelli, ho ancora una speranza anch'io, daicazzo!".
A 26 anni in tribuna con gli amici: "Se non mi fossi rotto il menisco...". Amico: "Ma tu non ti sei mai rotto il menisco". Io: "Taci stronzo".
Oggi sono uscito dal campo e ho pensato: "Vitadimmerda, mi fanno male anche i lobi. Stasera 4 secco in pagella a Braafheid ed Evra che giocano esterni a sinistra. Infami che mi avete fottuto il posto".
La frustrazione dell'anziano che non ce l'ha fatta. (Twitter: @FBiasin)