Beccantini: "Juve-City non è calcio caviale, ma nemmeno un menu vegano. Diamo ad Allegri quello che è di Allegri. Juve agli ottavi, imbattuta in Europa senza subire reti in casa"

Il consueto commento post gara di Roberto Beccantini.
26.11.2015 01:20 di  Enrico Danna   vedi letture
Beccantini: "Juve-City non è calcio caviale, ma nemmeno un menu vegano. Diamo ad Allegri quello che è di Allegri. Juve agli ottavi, imbattuta in Europa senza subire reti in casa"
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Roberto Beccantini, per il consueto commento post gara della Juve, sceglie un titolo che più azzeccato non potrebbe essere, ovvero: "Dal pianeta Terra con onore", chiaro riferimento ai comuni mortali che frequentano i campi da calcio, rispetto ai marziani che vestono le maglie di Bayern Monaco e soprattutto Barcellona. Ecco il pensiero del noto giornalista: "Se cercate il calcio caviale, prenotate pure un tavolo ai ristoranti del Barcellona o del Bayern, là dove è lo chef che ordina (anche sei portate, a volte) e il cliente mangia o viene mangiato. Viceversa, se vi piace un menu meno chic ma non per questo vegano, ecco Juventus-Manchester City. Altra cucina, per carità. E comunque: Juventus già agli ottavi con un turno d’anticipo, e prima, addirittura, se non perderà a Siviglia. Diamo ad Allegri quello che è di Allegri. I migliori sono stati Mandzukic, uno che molti di noi non avrebbero schierato, e Alex Sandro, il terzino sinistro che fino a poche settimane fa scrivevamo Al’ex Sandro. Il croato ha deciso, il brasiliano gli ha servito l’assist, e ha acceso - con Pogba - falò non banali a sinistra: come, del resto, Lichtsteiner a destra. E’ stata una partita a tratti lenta e a tratti mossa, con il City a gironzolare noioso attorno alla Bbc bianconera. La Juventus ha una storia che non scende in campo ma accompagna chi vi scende. La squadra di Pellegrini è la conferma circense che la ricchezza conta molto, ma non tutto. Ogni volta che la vedo giocare, mi sembra sempre uno spreco di zelo. La Juventus in Europa è imbattuta, e in casa non ha ancora subito gol. Continua a segnare poco, ma questa volta le occasioni non sono mancate. Un palo per parte, belle parate di Buffon e di Hart.

Ho apprezzato il fervore di Sturaro, il modo in cui Pogba ha cercato di rivaleggiare con Yaya Touré, che non pochi esperti indicano come il suo modello. Ci sono stati periodi in cui Madama si è difesa al limite dell’area, forse troppo, forse con troppi. E ce ne sono stati altri in cui ha affiancato la difesa al contropiede, manovrato o secco. Il 3-5-2 sta a questa Juventus come la mamma a una nidiata di discoli: li protegge, li coccola, li sfama. Rimane il problema dei palloni persi in uscita, dei retropassaggi errati (tu quoque, Marchisio), degli appoggi scarabocchiati, e non sto parlando di lanci di trenta-quaranta metri: questione di grammatica calcistica, Allegri li chiama «errori tecnici». La difesa ha soffocato Aguero, Dybala tra le linee ha lavorato più di lima che di rima, la Juventus è in ripresa, sa quello che vuole e, a differenza di un mese fa, riesce a prenderselo. Il City avrebbe potuto portarsi in vantaggio o pareggiare. La Juventus avrebbe potuto, non meno agevolmente, raddoppiare. Cuadrado interno è stata una licenza poetica che la vittoria ha permesso di assorbire come una carezza. Era un girone complicato. I cambi di guardaroba la Juventus li ha pagati in campionato, non in Champions e neppure in Supercoppa. Non si pretendeva la luna. Si chiedeva, sommessamente, un gioco meno vago. Qua e là l’ho colto. Piano, però, con le foto ricordo e lo champagne: in Italia è diverso (dedicata ai miei pazienti)".