Beccantini: "Il problema è che poi si gioca. Dalle «palle» si passa alla palla. La Juventus di Allegri è questa, una grande incartatrice di serpenti. Barzagli migliore in campo per distacco. A 34 anni, per giunta."

La Juventus conquista la quindicesima vittoria consecutiva: il commento post gara di Roberto Beccantini.
14.02.2016 07:45 di Enrico Danna   vedi letture
Beccantini: "Il problema è che poi si gioca. Dalle «palle» si passa alla palla. La Juventus di Allegri è questa, una grande incartatrice di serpenti. Barzagli migliore in campo per distacco. A 34 anni, per giunta."
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Quando la partita sembrava destinata a spegnersi sullo zero a zero, ci ha pensato Simone Zaza (complice la deviazione di Albiol) a spaccare la gara e a regalare i bianconeri la quindicesima vittoria consecutiva e il primato in classifica. Messe da parte inutili e sterili polemiche, il campo ha visto due squadre affrontarsi alla pari: ha vinto la Juve perchè ci ha creduto fino all'ultimo ed ha avuto dalla sua quel pizzico di fortuna in più che non guasta mai. Immancabile, il Beccantini pensiero post gara: "Il problema è che poi si gioca. Dalle «palle» si passa alla palla. Non si vendono più whisky e liguori. Ci si aspetta. Ci si rispetta (due ammoniti per parte). L’arbitro di riserva non lascia tracce. E così può essere che un armistizio tipo 8 settembre procuri comunque, agli sgoccioli del nulla, un vincitore: Juventus uno Napoli zero. Quindicesima vittoria consecutiva, sorpasso. Nulla di definitivo, ma molto di significativo. Avevo pronosticato 1-1 con reti di Dybala e Hamsik (tra i più marginali). Avevo inserito Zaza nella formazione di partenza. Ero scettico sul ritorno alla difesa a quattro. Ha vinto, Allegri, su tutta la linea, anche quando ha tolto una punta (Dybala) e inserito un terzino (Alex Sandro). Come nel derby, prima tappa della rimonta. Calcio, mistero senza fine buffo.
Lo zero a zero sembrava scritto e, soprattutto, sottoscritto. Rare le emozioni: una «parata» di Bonucci su Higuain; un numero di Insigne; una palla-gol sprecata da Dybala; un paio di volate di Pogba e Cuadrado; una sventola di Hamsik a fil di traversa. La tipica partitissima da campionato italiano: molto bloccata, fin troppo pensata, con le difese a incatenare gli attaccanti, persino mister 24 gol in 24 partite. L’arroganza balistica di Zaza e il tocco generoso di Albiol hanno scolpito un risultato al quale le squadre si erano avvicinate con una cautela che sfiorava la volontà di rimandare la resa dei conti. Già priva di Chiellini e Mandzukic, Allegri aveva recuperato Khedira ma perso Bonucci.

Barzagli ha preso per mano Rugani e l’ha portato addirittura oltre Higuain. Si sapeva che, rispetto all’andata, sarebbe stata un’altra partita. La Juventus di Allegri è questa, una grande incartatrice di serpenti, se mi passate il neologismo. Diverso, in compenso, è stato il Napoli di Sarri. Diverso dal solito. Meno arrembante, meno avvolgente. Certo, la Juventus è la Juventus. Ha costretto Callejon e Insigne ad arretrare, ha isolato Higuain. Stiamo parlando del miglior attacco. Sindrome del braccino corto? Può essere. Il Napoli aveva, dalla sue, due risultati su tre: un’opzione che spesso ci confonde. Non esce ridimensionata, l’ex capolista. Mancano tredici turni. Può ancora succedere di tutto. Barzagli migliore in campo per distacco. A 34 anni, per giunta. Poi Marchisio, Cuadrado e Pogba da una parte, Allan, Jorginho e Koulibaly dall’altra. Punte sotto il sei: tutte, tranne Zaza.
Ai tifosi il compito di stabilire quale squadra, tra Juventus e Napoli, avesse comprato più biglietti alla lotteria degli episodi, visto che è stato un attimo a spaccare la notte. Mi tengo un dettaglio, questo: Zaza, un tiro in 36’; Higuan, un tiro (lontano, lontano) in 94’. Non è tutto, non è poco. E’."