Ausilio a Libero: "Sa dov' era posizionata l' Inter? Dopo Juve, Roma, Napoli e alla pari di Milan e Fiorentina. Eppure si sta già parlando di "fallimento sportivo"

11.03.2016 12:40 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Ausilio a Libero: "Sa dov' era posizionata l' Inter? Dopo Juve, Roma, Napoli e alla pari di Milan e Fiorentina. Eppure si sta già parlando di "fallimento sportivo"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il direttore sportivo dell'Inter Piero Ausilio ha parlato ai microfoni del quotidiano Libero. Ecco le sue parole rilasciate a Fabrizio Biasin:

Potremmo definirlo «mercato creativo». Come ci riesce Ausilio?
«Basta essere sinceri con la controparte. "Queste sono le nostre condizioni, prendere o lasciare". A volte ti dicono di sì, altre volte ti tocca rinunciare».

Detto così sembra facile...
«Mica tanto. Ci sono Paesi in cui se dici "diritto o obbligo di riscatto" ti guardano storto. Vogliono i soldi. Tutti. E glieli devi dare altrimenti ciao-ciao».

Esempi?
«Perisic. Con il Wolfsburg abbiamo provato in tutti i modi a dilazionare, ma non c' è stato verso. In Germania e Inghilterra il termine "rateizzazione" non piace, sfrutto il nome dell' Inter ma a volte dobbiamo arrenderci».

Su, ora non ci racconti la storia del mercato a costo zero e di Thohir che vi conta le cento lire in tasca...
«Molti non ci credono, ma il nostro mercato è totalmente autofinanziato. Nelle ultime due sessioni abbiamo mosso 28 giocatori: 13 in entrata e 15 in uscita per un bilancio vicinissimo allo zero».

Però poi arriva il momento di pagare le rate...
«Sappiamo quello facciamo. Nel mondo dei media c' è troppa superficialità. Shaqiri, per dire: al Bayern dobbiamo 15 milioni in 3 rate, lo Stoke ce l' ha pagato la stessa cifra ma in un' unica soluzione. Questo genere di operazioni ci permettono di andare a caccia di altri giocatori, eppure in giro si dice "l' Inter ha buttato 15 milioni"».

Si dice anche che ne avete buttati 40 per Kondogbia.
«Altra bugia. Geoffrey è costato 31 milioni + 6 di bonus, la stessa cifra che abbiamo incassato da Kovacic, e noi siamo felici del nostro investimento».

I media non concordano.
«Beh, questa cosa è grottesca. A volte con Mancini ci confrontiamo subito dopo le partite: "A me è piaciuto molto Kondo". E io: "Anche a me". Poi andiamo in conferenza e i giornalisti attaccano: "Altra brutta prestazione di Kondo...". Nella valutazione delle sue partite pesa in maniera eccessiva il prezzo del cartellino, che tra l' altro poteva costarci di meno».

In che senso?
«Con il Monaco avevamo raggiunto un' intesa per 27 milioni + bonus, poi si è fatto avanti il Milan e il prezzo è aumentato. Il ragazzo ha vacillato, in rossonero avrebbe guadagnato molto di più, ma poi lui e la società hanno mantenuto la parola, in fondo lo seguivamo dai tempi del Siviglia».
Ah, il famoso «scouting».

Esiste per davvero o è una cazzata che usiamo noi della comunicazione per sembrare molto preparati?
«Eccome se esiste. Da noi fa capo a Massimiliano Mirabelli che gestisce dieci osservatori: sono bravissimi. Per Murillo sono stati fondamentali: era un difensore semi-sconosciuto che stava lottando per non retrocedere con il Granada. Mirabelli insisteva: "Questo è forte, guardalo". Aveva ragione».

Un altro prodotto dello scouting?
«Brozovic. Su indicazione di Mirabelli io e Mancini andiamo a vedere Italia-Croazia a San Siro. "Osserviamo" Marcelo e in contemporanea ci innamoriamo anche di Perisic».

E Miranda? Lì lo scouting non c' entra...
«Stiamo parlando del capitano del Brasile, in campo sbaglia raramente. Eppure sa cosa le dico? Avrebbe più senso una critica per l' operazione Miranda che ha 31 anni ed è costato 15 milioni che per Kondogbia che invece ne ha 23».

A proposito di Mancini. Molti dicono «che errore ha fatto l' Inter ad affidare la completa gestione delle cose al suo allenatore».
«Altra bugia. All' Inter si lavora tutti insieme: società, tecnico, giocatori. Ogni decisione è ponderata con il mister e avallata dal presidente. Non c' è alcuna "dittatura" Mancini».

Anche con Eder? La sensazione all' esterno è che a gennaio si volesse puntare su un centrocampista ma che poi il tecnico abbia imposto l' ennesimo attaccante.
«Con Mancini avevamo pensato a Soriano, ma in quel momento la squadra faticava in zona gol. Era previsto un cambio di modulo e abbiamo preferito Eder, un giocatore meraviglioso che ci ha messo pochissimo a entrare in gruppo».

Soriano arriva a giugno?
«Lo seguiamo. A Ferrero sto simpatico...».

E Banega? È già dell' Inter come si dice?
«Non posso dire nulla, è tesserato con un altro club».

Lo prendo per un sì. E il turco Erkin?
«Fa parte dei parametri zero che ci piacciono...».

Ausilio, lei la fa facile, ma tra un po' arriverà il momento delle scelte: ci sono i famosi "diritti di riscatto" come Ljajic e Telles. E poi Jovetic: rischia la fine di Shaqiri?
«Con il tecnico ci siamo già confrontati: nessuna decisione verrà presa prima del 15 maggio, giorno dell' ultima giornata, poi avremo tempo fino al 30 giugno per esercitare i nostri "diritti". Stesso discorso per Jovetic, è un professionista serio e si allena con impegno».

Ma non gioca mai.
«Ora è infortunato».

Si parla di «incompatibilità con Icardi». A proposito, ipotizziamo: domani arriva un' offerta di 60 milioni per l' argentino. Cosa fa? Impacchetta il capitano?
«Bene, parliamo di Icardi. Icardi è un professionista esemplare, tra i primi ad arrivare al campo e uno degli ultimi ad andare via, pensa a lavorare e a stare con la moglie e i 4 bambini, non ha grilli per la testa, dice da mesi che all' Inter vuole restare a lungo, la società su di lui vuole costruire i prossimi 10 anni e non a caso è il capitano, eppure quando si parla di lui si dicono solo due cose: "Icardi è poco serio" e "l' Inter lo venderà di sicuro"».

Sarà che in caso di mancato 3° posto è quasi scontato che dovrete vendere i vostri pezzi pregiati. Non è così?
«No, non è così. È chiaro che la partecipazione o meno alla Champions cambierà il nostro modo di operare, ma non abbiamo alcuna intenzione di smantellare e, anzi, abbiamo già impostato il prossimo mercato: prenderemo 4 o 5 giocatori, la rivoluzione l' abbiamo fatta la scorsa estate, ora dobbiamo consolidarci».

Con Mancini?
«Assolutamente sì: lui vuole restare, noi vogliamo continuare con lui a prescindere dal 3° posto».
Il mister ha detto: «A volte prenderei Ljajic a cazzotti».

Lei non darebbe un buffetto a Mancini ogni tanto?
«Il mister è diverso da quello che appare. A volte mi dice "avrei fatto meglio a fare così", anche per questo lo reputo una persona seria. E comunque in questo momento abbiamo 14 punti in più dell' anno scorso e mancano ancora 10 giornate. La sa una cosa?».

Dica.
«Mi piacerebbe mostrarle le famose griglie di partenza che i giornali fanno a inizio campionato. Sa dov' era posizionata l' Inter? Dopo Juve, Roma, Napoli e alla pari di Milan e Fiorentina. Eppure si sta già parlando di "fallimento sportivo".

Se è per questo si parla anche di «fallimento economico». Girano certe voci...
«Già smentite dal presidente. L' Inter come tutte le società utilizza linee di credito. Thohir ha un piano chiaro che va oltre la classifica. Con l' Uefa abbiamo sottoscritto un contratto e lo stiamo rispettando».

I famosi 30 milioni di rosso a stagione.
«Che non c' entrano col debito. Il fairplay ci obbliga a tenere il bilancio in pari tra acquisti e cessioni, cosa che stiamo facendo. Per intenderci: non c' è alcun rischio che si faccia la fine del Galatasaray (il club turco escluso per un anno dalle competizioni Uefa, ndr)».

Però una decina di giorni fa di Thohir si è detto «Vuole vendere le sue quote».
«Altra notizia già smentita dal presidente. Lui è lontano fisicamente, ma ci sentiamo tutti i santi giorni via WhatsApp o telefono: ci chiede dei giocatori, si informa, sa di calcio più di quanto si voglia far apparire».

Si è arrabbiato per quello che ha letto sui giornali?
«Più che altro è rimasto deluso, lo si è fatto passare per quello che non è. Ha un tale rispetto che per sua scelta si è adattato al nostro fuso orario: ci scrive quando da lui sono le 2 del mattino per non disturbarci».

Rispettoso ma anche severo: ha rivoluzionato l' Inter facendo fuori molti ex fedelissimi di Moratti. In questo senso lei è l' ultimo... «Devo tanto a Moratti, veramente un grande uomo. Allo stesso tempo è anche vero che è Thohir ad avermi scelto come direttore dell' area sportiva nel post-Branca. Di Marco molti hanno un' idea sbagliata, con lui ho sempre lavorato bene».

Si vede all' Inter in eterno?
«Sono qui da 18 anni e faccio fatica a vedermi da un' altra parte, ma tutte le storie prima o poi possono anche finire...».

I beninformati dicono che abbia ricevuto un' offerta dal Tottenham.
«Non mi ha chiamato nessuno. E comunque il mio contratto scade nel 2017».

Avete parlato di rinnovo?
«No».

Davvero non l' hanno chiamata? Mi guardi negli occhi.
«Beh, in effetti qualche tempo fa il Tottenham mi ha cercato, ma sono ancora qua».

Molti si domandano: cos' è andato a fare Ausilio a Londra il 22 febbraio? A trattare con il Tottenham? A vendere Brozovic?
«Questa è meravigliosa: è uscita la storia di Londra ma la verità è che in Inghilterra non ci sono andato affatto! Sa chi c' era invece? Thohir, era a vedere Arsenal-Barcellona».

Accetterebbe un' eventuale offerta del Milan?
«Dopo tanti anni in nerazzurro farei fatica a vedermi in rossonero».

Lo disse pure Mihajlovic...
«Sì, ma lui non aveva 20 anni di Inter alle spalle come me».

E di Zamparini?
«Lui ce l' ha con gli allenatori, mica con i direttori sportivi».

Ci racconta la giornata tipo di Ausilio in periodi di «non mercato»?
«Al mattino faccio la rassegna stampa, vengo ad Appiano tutti i giorni, guardo l' allenamento, pranzo con mister e staff, prendo gli appuntamenti, nel pomeriggio faccio i miei incontri in qualche albergo di Milano, poi arriva il momento più importante...».

Ovvero?
«La sera dalle 23 all' 1.30 guardo le partite che mi interessano. Lì individuo i giocatori, mi basta vederli un paio di volte per capire se fanno al caso nostro. Poi immancabilmente mi addormento sul divano con la tv accesa e quando mi sveglio raggiungo il letto coniugale...».

Altro che scouting! Provi a parare «alla Handanovic» l' ultima raffica di domande: un collega che ammira? «I top? Sabatini e Braida».

E invece tra i procuratori?
«Branchini e Tinti».

Quelli che non sopporta?
«I giovani in generale sono presuntuosi e arrogantelli».

È vero che è stato a un passo dal prendere Allan?
«Sì, ma con Guarin e Brozo pensavamo di essere a posto».

E Melo? Un' imposizione di Mancini?
«Al mister piaceva, ma non l' avremmo preso se all' ultimo la Juve non avesse acquistato Hernanes per 11+3 milioni».

A proposito, come sono i rapporti con i bianconeri?
«Cordiali e professionali, niente di più e niente di meno».

Di Yaya Tourè cosa dice? «Abbiamo avuto solo segnali da lui, ma il City ci ha detto subito di no».

Dopo Juve-Inter 2-0 era realmente incazzato o ha «recitato la parte»?
«Ero furibondo. Voglio bene ai calciatori come figli: se tornano a casa con un 5, la prima volta li avvisi, la seconda li redarguisci, la terza ti incazzi».

Mi dice qual è il suo capolavoro di mercato e quale invece il flop?
«Balotelli l' abbiamo comprato a 300mila euro e venduto a 25milioni. Se non l' avessimo preso noi, sarebbe finito in Svizzera. Il flop è M' Vila, ho avuto la presunzione di pensare che potesse tornare ad alto livello. Aveva un passato da grandissimo, era giovane e arrivava in prestito. Non sempre le cose vanno come vorremmo».

Un rimpianto?
«Dybala, ci abbiamo provato con tutte le forze. Ma il vero rimpianto è quando partono i giovani come Destro e Bonucci, in ogni caso se il sacrificio è legato all' arrivo di campioni come Milito e Motta rimane il dispiacere ma non il rimpianto».

A gennaio ha ricevuto offerte per qualcuno dei giocatori in rosa?
«Sì, 2 dall' estero. Non le abbiamo neanche considerate».

Quanti aerei prende all' anno?
«Troppi. Con le miglia accumulate potrei volare gratis per molto tempo».

Sia gentile Ausilio, ci dica se ha già puntato qualcuno per l' Inter che verrà.
«Sì, un giocatore dell' attuale serie A, offensivo e duttile...».

dall'inviato ad Appiano Gentile