Aligi Pontani: "Il grande fratello Infront"

Parla il giornalista.
11.02.2015 20:30 di  Alessandro Vignati   vedi letture
Aligi Pontani: "Il grande fratello Infront"
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© foto di Andrea Ninni/Image Sport

Attraverso la propria rubrica su Repubblica.it, il giornalista del quotidiano romano Aligi Pontani, nella sua rubrica "Tempo Scaduto" ha analizzato la situazione dei diritti televisivi. Con un focus sulla polemica voluta da Galliani: "No, non è sul filo di un fuorigioco che si sta giocando lo scontro più duro all'interno del calcio italiano. Non è sulle linee prospettiche di una post produzione di Sky, una vicenda talmente surreale da apparire subito malata, strana, oscura, con quell'uscita furibonda del geometra Adriano Galliani consumata a freddo, e dunque figlia di un progetto, non certo dell'ira del momento. In tre giorni, il quadro di quella battaglia di tweet e comunicati tra Milan e Juve sta via via assumendo i giusti contorni di una cosa molto più seria di una lite da bar: qualcosa che ha molto a che fare con il controllo definitivo della sala dei bottoni e della cassaforte del pallone, che in Italia, naturalmente, coincidono. L'acquisizione di Infront - un gigante multinazionale, che in Italia ha soltanto una delle sua emanazioni - da parte di un magnate cinese, fa certamente rumore e sensazione, per l'aggressività dell'acquirente e l'ingresso a piedi uniti di un gigante come la Cina nel mondo dello sport (anche) italiano. Ma cambia poco rispetto a quanto sta accadendo da mesi nel nostro calcio, riassumibile in poche parole: il tentativo di Infront Italia - il cui grande capo e stratega, Marco Bogarelli, è uno storico amico e alleato di Galliani - di assicurarsi un controllo completo del giocattolo, attraverso l'esercizio di un potere economico e politico che non trova ostacoli, se non l'opposizione, per ora insufficiente, della Juventus di Andrea Agnelli. Quando il piano sarà completato e molti passaggi sono già avvenuti, Infront potrebbe trovarsi infatti nelle seguenti condizioni:
a) controllare i diritti tv delle Leghe professionistiche di A e B e della Nazionale, di cui è advisor.
b) esercitare la propria influenza su decine di club professionistici, 13 nella sola serie A, grazie ai contratti di sponsorizzazione che procaccia sempre nel ruolo di advisor.
c) controllare la produzione e la regia delle immagini tv, se dovesse andare in porto la richiesta avanzata da Galliani - col pretesto del gol di Tevez - di affidare a soggetti "indipendenti" riprese e scelta delle immagini delle partite. In realtà, come sanno anche i muri e come già accade per 17 delle 20 squadre di A, Infront è l'unico soggetto "indipendente" in grado di offrire il servizio ed è già prontissimo ad acquisirlo in toto, chiudendo il cerchio.
d) controllare o perlomeno condizionare, attraverso le pressioni esercitate sui club vincolati da contratti che spesso garantiscono la sopravvivenza, le elezioni nelle Leghe (A, B, Lega Pro, dilettanti) e dunque indirettamente quella del presidente della Federcalcio.
e) decidere, come già accade, se concedere ad un club con cui collabora in crisi di liquidità, anticipi cash sui proventi a venire. Questo garantisce, naturalmente, quell'influenza da esercitare poi nelle occasioni di cui al punto d. Sono solo sospetti, dirà qualcuno, non c'è nulla di provato.

Certamente, solo sospetti. Alimentati e resi però molto più che credibili da una considerazione non confutabile: Infront, in Italia come in altri paesi, opera in un regime di pressoché completo monopolio, con buona pace della politica e dell'antitrust, molto distratti sulla materia. L'ultimo contratto chiuso, quello di advisor per la Nazionale, è stato siglato con la Figc subentrando a Rcs, in una gara-non-gara il cui esito era stato dato per scontato da tutti gli addetti ai lavori il giorno stesso dell'elezione di Tavecchio in Federcalcio, sostenuta da Galliani e Lotito, buoni amici di Infront da sempre. La stessa Rcs ha poi chiuso felicemente un accordo per il canale tv della Gazzetta dello Sport con Infront. Ecco, allora, e per chiudere: quell'uscita di Galliani sul gol di Tevez, che pareva così improvvida e penosa, altro non era che un assist, con uno scopo ben preciso: sollevare il problema (problema?) di una produzione e gestione unica delle immagini del calcio, da vendere poi a Sky e Mediaset, le grandi mucche che nutrono tutti. Infront è già pronta. Svizzera o cinese che sia la proprietà mondiale, poco conta. In Italia Bogarelli è sicuro di restare. E questo basta e avanza".