ESCLUSIVA TJ - Gigi Cagni: "Giovinco arriva a Torino con un'altra maturità. Marchisio già a Empoli lo vedevi pronto"

In esclusiva per TuttoJuve Gigi Cagni ci parla di Claudio Marchisio e Sebastian Giovinco, che il tecnico bresciano ha lanciato in Serie A ad Empoli.
Gigi Cagni, ad Empoli ha avuto modo di allenare Claudio Marchisio e Sebastian Giovinco. Il primo è ormai un perno dei bianconeri, il secondo ci ritorna dopo due anni di maturazione a Parma. Come spiega i due differenti percorsi?
“Anzitutto parliamo di due giocatori che giocano in ruoli diversi e poi anche il carattere è differente. Claudio si vedeva già a Empoli che era pronto, Giovinco che per caratteristiche aveva un ruolo particolare, aveva bisogno di capire quale fosse la sua posizione naturale. A Empoli ad esempio lo facevo giocare esterno mentre lui voleva fare la mezza punta. Nel suo percorso di crescita, alla fine, si è capito che il suo ruolo naturale è quello di seconda punta”.
Già a 20 anni insisteva per giocare in un ruolo diverso da quello che gli affidava?
“La personalità non gli mancava. E tra l’altro ricordo che, chiuso il campionato con l’Empoli gli suggerii di andare a maturare ancora in prestito da qualche parte ma lui mi rispose che voleva tornare alla Juve e giocarsela. Poi ha capito che non era così semplice passare dall’Empoli alla Juve perché lì si gioca sempre per vincere e le pressioni sono altre”.
I fatti Le hanno dato poi ragione
“La ragione non ce l’ha mai nessuno, però si cerca con l’esperienza di dare dei consigli utili. All’epoca era giovanissimo e poteva aspettare ancora un paio d’anni. In fondo non sarebbe cambiato nulla arrivare a 21 o 23 anni alla Juve. Ora, a 25 anni e con alle spalle l’esperienza di Parma arriva con la maturità giusta. Quindi basta chiamarlo promessa e d’altronde lo sa anche lui”.
Giovinco e Marchisio con Lei giocavano, ma sono davvero pochi i giovani, anche nelle cosiddette provinciali, ad avere spazio in Serie A
“Inutile girarci intorno, in Italia ciò che conta è il risultato. Tutti dicono: “largo ai giovani” e poi se non vinci si arrabbiano. È inutile, non abbiamo la cultura dei giovani, facciamo solo chiacchere e se non cambiamo la mentalità sarà sempre così. D’altronde in un paese dove cambiano in continuazione gli allenatori proprio a causa dei risultati come puoi pretendere che questi abbiano il coraggio di lanciare i giovani? Ci sono degli step da fare ed era quello che dissi a suo tempo a Giovinco. Marchisio invece era già pronto, ricordo che aveva 21 anni, giovanissimo e voleva sposarsi. Questo per dire che aveva già programmato tutto, era già maturo di testa”.