Padovan: "Juve, fiducia a Conte ma stop alla terza stella, irrita il Palazzo. Scommesse, il mister e il Siena dimostreranno di essere estranei"

Nato a Cittadella il 17 ottobre 1958, inizia la carriera al Mattino di Padova per poi trasferirsi a quotidiani di prestigio come Corriere della Sera e Repubblica. Dal 2002 al 2008 dirige Tuttosport, opinionista per Sportitalia
25.05.2012 00:15 di  Redazione TuttoJuve   vedi letture
Fonte: di Giancarlo Padovan per Tuttomercatoweb.com
Padovan: "Juve, fiducia a Conte ma stop alla terza stella, irrita il Palazzo. Scommesse, il mister e il Siena dimostreranno di essere estranei"
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© foto di Federico De Luca

Antonio Conte ha firmato fino al 2015. Da allenatore della Juventus sarà il tecnico più pagato d'Italia (tre milioni di euro), il doppio rispetto a quanto guadagna Allegri ed avrà il potere di incidere sulla campagna acquisti. La fiducia della società nei suoi confronti è totale, il problema è cosa potrà accadere con il processo sportivo che certamente lo vedrà coinvolto. Se ne parla da almeno un paio di mesi e ricordo di essere stato tra i primi, durante una puntata di "Che domenica!" a chiedersi se la Juventus avrebbe potuto, la prossima stagione, contare sui di lui. Naturalmente nei miei confronti si alzarono alti lai, come se avessi bestemmiato in chiesa. Nel frattempo, tuttavia, le accuse del pentito Carobbio sono apparse più circostanziate, tanto da indurre qualche intransigente a parlare di una possibile accusa di illecito sportivo anziché di omessa denuncia.
Ora l'Italia è davvero uno strano paese. Conte non è né indagato, né deferito. Non è stato chiamato nemmeno per una testimonianza da nessun magistrato ordinario o sportivo (anche se è certo che Palazzi lo sentirà). Trarre conclusioni sul suo conto non è solo affrettato. E' anche imprudente e scorretto. Un conto, infatti, è domandarsi cosa possa accadere; un altro è anticipare una sentenza.
Le certezze sono poche. La prima, sfavorevole a Conte, è che Carobbio è ritenuto un testimone credibile.
La seconda, favorevole a Conte, ma per ora poco pubblicizzata, è che il presidente del Siena, Massimo Mezzaroma, aveva stabilito un premio per il primo posto in classifica.

Premio consistente da dividere tra allenatore (cui spettava la parte maggiore) e giocatori. Per me Conte non solo non sapeva, ma se avesse saputo avrebbe preso provvedimenti verso quei calciatori che avevano pensato di combinare la partita con il Novara. Carobbio è al limite dell'inverosimile quando afferma che Conte avrebbe detto: "Tranquilli, siamo già d'accordo". Ma se l'accordo l'aveva fatto proprio Carobbio perché mai avrebbe dovuto saperlo l'allenatore? Per rimetterci, oltre alla faccia, anche i soldi?
Due parole, poi, vanno dette su Carobbio. Come ci si può fidare di un pentito? Perché la sua parola, già tradita sul campo e di fronte ai suoi tifosi, dovrebbe valere più di quella di tutti gli altri? Non è che incoraggiando il pentitismo si incoraggia anche il coinvolgimento di nomi famosi in modo da sembrare più credibili e ottenere così sconti di pena più consistenti?
Io credo che alla fine sia il Siena e sia Conte riusciranno a dimostrare la propria estraneità alla vicenda, anche se dovranno impegnarsi molto perché, di fronte alla giustizia sportiva, l'onere della prova è a carico dell'accusato, non di chi accusa. E questa è un'aberrazione. Tuttavia, fossi nei panni dei dirigenti della Juventus, eviterei di insistere sulla questione della terza stella, un tema che, a mio giudizio, irrita il Palazzo più di quanto sia dato a vedere. Opportuna, perciò, mi è apparsa la recente uscita del presidente Andrea Agnelli che ha corretto il tiro, sostenendo che sulle carte gli scudetti sono ventotto, ma nel cuore di tutti gli juventini risultano trenta. Le sentenze sportive spesso hanno una ragione politica e alla Juve dovrebbero saperlo. Meglio un passo indietro e il basso profilo se, come è probabile, a essere giudicato dovrà essere, nel prossimo luglio, anche l'allenatore della squadra campione d'Italia. Che probabilmente non c'entra e che, proprio per questo, non avrebbe bisogno di essere sballottato per questioni vecchi e decotte.