L'errore numero Uno
Il destino sa essere strano e crudele, soprattutto con chi lo sfida. In un'intervista Buffon disse che un giorno si sarebbe guardato alle spalle e, se non avesse scorso trofei dopo Calciopoli, avrebbe etichettato come "cappellata" la scelta di restare alla Juventus; ebbene, la cappellata l'ha fatta lui, e potrebbe essere decisiva. Ma prima sia concessa la giusta esaltazione del portiere numero uno al mondo, un giocatore che nonostante tutti i problemi fisici ha superato le difficoltà, le critiche e si è riconquistato con prestazioni da urlo il ruolo di campionissimo che gli compete; quest'anno, senza le sue parate (si ricordi solo lo straordinario primo tempo di Juventus-Inter), la squadra di Conte non sarebbe lì in lotta per qualcosa che a settembre era impensabile. Tuttavia l'errore di Gigi è di quelli che pesa, come macigni. Quella palla che scorre troppo lontana dallo scarpino, che prende velocità, che viene intercettata da Bertolacci ed inseguita arrendevole dal nostro numero Uno, il Campione Juventus, uno dei più famelici, arrabbiati e decisivi giocatori dell'undici bianconero, rischia di opprimere la psiche dei compagni di squadra più di qualsiasi sconfitta: è l'errore di un "Infallibile", fatto nel momento più importante della stagione, quasi a ricordare che la Juventus, nonostante il rullo compressorio con cui ha asfaltato gli avversari negli ultimi otto scontri, è una squadra di mortali, di gente che sbaglia, adesso come ieri come domani. Chi ha vissuto gli anni dell'Inferno del dopo Calciopoli lo sa, ciò di cui ha maggiormente sofferto la Juventus è la ricaduta cronica nei propri errori: dopo le primavere non esaltanti guidata da Ranieri la squadra ha cominciato puntualmente a rallentare il passo in tutti i gironi di ritorno e, soprattutto, a sbagliare le partite decisive con drammatica puntualità. Conte ha fatto un lavoro straordinario, ha azzerato il passato nelle teste dei calciatori, ha fatto indossare loro paraocchi che gli impedissero di tornare ad osservare i propri difetti, quegli stessi errori che dovevano essere solo ricordati come monito per evitare che ripiombassero.
Ma la "cappellata" numero uno del numero Uno, potrebbe ridestare in molti di loro quella sinistra insicurezza che abbiamo tante volte osservato nei loro occhi nelle ultime due stagioni: palla che scotta tra i piedi, passaggi sbagliati, imprecisione, timore reverenziale di fronte qualsiasi avversario, distrazione. Ma non abbiamo solo Buffon, abbiamo anche Conte, il quale dovrà fare gli straordinari per cancellare un errore fresco fresco in quattro giorni e per rinvigorire a dovere i bianconeri. Perchè se avessimo sfruttato davvero la superiorità numerica staremmo commentando l'errore di Gigione con il sorriso sulle labbra. Ricordate la papera in Atalanta-Juventus, fine stagione 2004/05, al quarantacinquesimo della ripresa? Beh, abbiamo sorriso tutti. Vogliamo tornare a sorridere.
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