E alla fine arriverà Gastaldello

Se non fosse che siamo vicinissimi all’inizio del campionato, sciopero permettendo, e che la concorrenza sul mercato diventa sempre più spietata non concedendo tentennamenti (Malouda e Lugano rischiano di finire, a poco prezzo, su altri lidi e non alla Juve), ci sarebbe anche da essere moderatamente soddisfatti del mercato fino a qui portato avanti dalla Juventus. In fondo, dando un’occhiata all’organico messo a disposizione dalla società al tecnico Conte si notano, con l’innesto di Lichtsteiner, Vucinic, Pirlo e Vidal, dei miglioramenti rispetto alla stagione passata, anche se chi scrive non ha condiviso la cessione di Melo e Sissoko, uno dei quali poteva e doveva rimanere.
Però, come detto, la serie A si avvicina ed è palese che a questa squadra manchino due elementi che se almeno non top siano perlomeno grandi calciatori, come, per citarne un paio, Malouda e Alex o Lugano. Gente di carattere, esperienza internazionale e qualità vera. Ma tant'è, qui i conti non tornano e dei quattro top player promessi, Pirlo a parte, non solo non ve n’è traccia, ma addirittura non ce n’è nemmeno dei “semplici” campioni citati prima, escludendo forse Vucinic, che se trova continuità potrebbe davvero diventare un leader di questa squadra.
La Juventus continua a sperperare i pochi soldi che gli sono rimasti dal budget iniziale destinato al mercato, per comprare i soliti discreti giocatori che nulla aggiungono di più a una squadra normale che invece necessiterebbe di gente in grado di migliorarla e di parecchio. Per Marotta sembra che tutti i giocatori bravi siano cari, anche quei campioni (Alex, Malouda, Lugano) svenduti a prezzo di saldo rispetto all'effettivo valore di mercato. Sarà che il DG bianconero ha uno strano concetto tutto suo di campione, ma lo stesso non si riescono a comprendere certi movimenti di mercato.
Di fatto Marotta sembra non abbia ancora capito che tre top player ti fanno la differenza, mentre sette-otto carneidi del pallone no. Al massimo ti fanno arrivare quarti o quinti. Eppure la terribile esperienza dello scorso anno avrebbe dovuto insegnare qualcosa. Invece niente, si agisce come sempre e ci si ostina su certi concetti, e cioè sul collettivo e sul fatto che il singolo campione non cambia certi equilibri, non decide gare e tornei.
Sarà, ma il solo Ibrahimovic ha cambiato il Milan rigenerando calciatori dati per finiti come Gattuso, Seedorf, Pirlo e Nesta, ed Etoo ha trascinato con le sue giocate l'Inter al Triplete. E sorvoliamo su Messi e il Barcellona. Perché se è vero che i catalani fanno del gioco e del possesso palla una delle loro armi più micidiali, è anche vero che senza interpreti come Xavi, Iniesta, Puyol, Messi, Villa, Sanchez e altri top player, non andrebbe da nessuna parte e sarebbe solo quasi un Foggia zemaniano locale.
Così mentre tutti ancora sperano nel miracolo, in almeno un Malouda, un Vargas, ecco arrivare Giaccherini, la versione esterna di Giovinco, pagato quanto Lugano, difensore che servirebbe come il pane, ed Estigarribia, esploso in occasione dell’ultima Coppa America, interessante investimento visto costi e talento, ma che certo non può rappresentare da subito la soluzione per la crescita a grandi livelli della Juventus.
A questo punto sembra inutile forse sognare ancora un top player almeno per la difesa, a meno di miracoli: il difensore centrale di livello ed esperienza internazionale che Marotta porterà a Torino sarà con ogni probabilità Gastaldello, suo pallino di sempre. Come dite? Gastaldello è bravo, per carità, ma non è un top e non ha esperienza internazionale? Pazienza. Ce ne faremo una ragione.
Peccato, perché nell’anno in cui l’Inter vende uno dei più grandi attaccanti del calcio mondiale, indebolendosi, e il Milan mantiene si uno squadrone, ma non lo migliora, la Juventus con un paio di ulteriori innesti di livello internazionale come Malouda e Alex potrebbe di colpo colmare quasi il gap con le milanesi. Speriamo con tutto il cuore, ovviamente, che Marotta ci smentisca.