LA JUVENTUS DEGLI AGNELLI RIPARTE DA VILLAR PEROSA

12.08.2011 20:35 di  Thomas Bertacchini   vedi letture
LA JUVENTUS DEGLI AGNELLI RIPARTE DA VILLAR PEROSA
TuttoJuve.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

"Ha visto la nuova Juventus per la prima volta. Che giudizio può darne? E Del Piero? Può essere l’erede di Baggio, che lei paragonò a Raffaello?". Sino a questo punto, nulla di particolare: la domanda che l’intervistatore pose all’Avvocato Agnelli nel lontano 10 agosto 1995 era del tutto simile ad altre migliaia alle quali aveva già risposto in precedenza. Fu la sua replica a passare alla storia del calcio: "Eh, Del Piero: è come il Pinturicchio".
La tradizionale amichevole in famiglia disputata dalla Juventus a Villar Perosa continuò a far parte della storia bianconera proprio per volontà dello stesso Avvocato, nonostante la Triade (così venne denominata la dirigenza scelta dal fratello Umberto per guidare la Vecchia Signora) avesse mostrato l’intenzione di cancellarla dall’elenco delle gare da programmare per l’estate.
Quello fu il giorno nel quale l’Avvocato ammise candidamente ai cronisti il passaggio di Michael Schumacher alla Ferrari ("Penso sia già preso"), per poi divertirsi a scherzare in pubblico con Marcello Lippi, l’allenatore che era riuscito nell’intento di guidare Madama al successo in campionato (al suo primo tentativo) dopo molte stagioni di digiuno. Indicando il petto, gli  disse: "Mi ha fatto molto piacere rivedere lo scudetto, grazie". Proseguì, usando un tono volutamente ironico, svelandogli un dubbio che lo aveva assalito: "Senta, Lippi: quando era arrivato alla Juventus, Vialli era grasso come un tacchino, tutto gonfio. Adesso è magro, bello, corre e segna. Come avete fatto?".

Una decina d’anni dopo la località piemontese abbracciò l’ultima creatura che concluse quello straordinario ciclo di conquiste: era il 17 agosto 2005, le luci della ribalta andarono tutte su Luciano Moggi, direttore generale al comando di una truppa che a fine campionato collezionò la bellezza di 91 punti, (stra)vincendo il ventinovesimo tricolore della propria storia.
Nell’occasione si lasciò scappare qualche confessione di mercato (l’accordo siglato con Balzaretti e l’arrivo di Abbiati - via Milan - come rimborso dei rossoneri per l’infortunio alla spalla occorso a Buffon durante il trofeo "L. Berlusconi") per poi tirare una stilettata ai cugini granata: "La città di Torino non può sostenere due squadre: basta vedere quanta gente va allo stadio. Comunque l’immagine del Toro è grande". Un goal realizzato dal giovane Zammuto permise ai ragazzini della Primavera di battere i più famosi (e celebrati) campioni della prima squadra.
A distanza di pochi giorni (il 27 agosto) proprio a Villar Perosa Andrea Agnelli si unì in matrimonio con Emma Winter, alla presenza della piccola Baya, la loro bambina venuta al mondo da appena tre mesi.

Dopo lo scoppio del terremoto calcistico avvenuto nella primavera del 2006 Madama disputò il 16 agosto una partita contro il Piacenza nel consueto vernissage estivo. Non mancò neanche quella volta il bagno di folla dei giocatori bianconeri in mezzo a quei tifosi che non li avevano mai (mai) abbandonati. Nel corso della gara si udì un sostenitore riprendere un altro con queste parole: "Non applaudire l’arbitro, se ti beccano ci mandano in C".
I fratelli Elkann (John e Lapo) arrivarono al campo a bordo di un’Alfa Gta con tanto di cuore bianconero sulla carrozzeria. Una volta scesi dal mezzo, toccò a Lapo lanciare il grido di battaglia: "I campioni che hanno deciso di rimanere? Samurai. Penso che la fedeltà sia la parte più importante e in un momento come questo la dimostrazione di lealtà rende questi giocatori dei samurai". A ruota, lo seguì John: "Ricominciamo dal carattere, è la nostra arma principale".

E così, mentre la squadra pareggiava 0-0 con gli ospiti ed il presidente onorario Franzo Grande Stevens si preoccupava di tranquillizzare gli amanti della Vecchia Signora ("Come si è visto in questi giorni la nostra è una squadra molto competitiva. Abbiamo vinto il trofeo Moretti e abbiamo battuto anche l’Inter"),  il presidente Cobolli Gigli mostrava ancora qualche certezza sulla possibilità di evitare la discesa nell’inferno della serie B ("Siamo convinti di avere ragione a chiederlo, sarebbe una scelta di equità e giustizia").
Il successivo 31 agosto il consiglio di amministrazione della Juventus decise di ritirare il ricorso presentato al Tar del Lazio.

Riconquistata la serie maggiore, il 22 agosto 2007 Madama tornò nuovamente a Villar Perosa per giocare l’amichevole contro la Biellese (vinta 4-0). John Elkann stavolta scelse una Cinquecento come mezzo per presentarsi all’appuntamento, indossando la maglia bianconera numero 10: "Me l’hanno regalata. Non prenderò il posto di Del Piero. Siamo tornati dove ci compete, abbiamo la potenzialità per vincere".
A discutere del resto, a raccontare sogni che divennero ben presto progetti, pensò Jean Claude Blanc: "Noi vogliamo diventare un modello per tutti, a ogni livello. Vogliamo raggiungere il massimo nella gestione, nell’organizzazione, nell’informazione, essere un esempio con i nostri tifosi, con le nostre strategie commerciali, con i metodi di allenamento, con tutto".

Sei reti del giovane Pasquato, in forza (temporaneamente) alla prima squadra, aiutarono la formazione di Claudio Ranieri (fresca vincitrice della gara d’andata del preliminare di Champions League contro l’Artmedia Bratislava) a sconfiggere i ragazzi della Primavera (col risultato finale di 8-0) nell’appuntamento previsto per il 23 agosto del 2008.
Ancora Blanc, a distanza di un campionato: "Questa è una Juventus  con grandi campioni e tanti giovani ed è esattamente il progetto sul quale stiamo lavorando da due anni". Dalla parte dei "grandi" giocò Giuseppe Giovinco, il fratello del già conosciuto Sebastian, mentre insieme ai ragazzi allenati da Maddaloni fece la sua comparsa Filippo Boniperti, nipote di Giampiero.

La Vecchia Signora in versione "brasiliana" guidata da Ciro Ferrara realizzò tre reti nella partitella in famiglia dell’11 agosto 2009, nel bel mezzo di un’estate trascorsa all'insegna della speranza per i tifosi juventini di aver ridotto ulteriormente il "gap" che separava Madama dall’Inter. Nel merito, ad una domanda rivoltagli dai giornalisti John Elkann rispose: "Parlatene con la Lazio" (i biancazzurri avevano appena sconfitto i nerazzurri nella finale di Supercoppa italiana disputata a Pechino).

Niente di eclatante, soprattutto se paragonato a quanto disse a proposito del club nerazzurro a distanza di un anno (il 24 agosto 2010), pochi mesi dopo la nomina di Andrea Agnelli come Presidente della società: "Non hanno mai saputo perdere, ma soprattutto non hanno ancora imparato a vincere". Rincarò la dose il cugino: "Moratti dovrebbe imparare a gioire dei suoi successi, le sue parole sono state assolutamente inutili". Il patron interista,  che i giorni precedenti si era lasciato scappare una frase che aveva irritato i massimi vertici bianconeri ("Meglio essere multietnici che comprare le partite"), una volta ascoltato le parole provenienti da Villar Perosa si mostrò meravigliato dal tono e dalla durezza di quelle risposte, sostenendo di non aver mai citato la Juventus.
Mentre Libertazzi segnava due delle cinque reti con le quali la squadra di Del Neri sconfiggeva i giovani di Bucaro, il neoacquisto Krasic aveva raggiunto i nuovi compagni pagando di tasca propria un volo privato. Nel corso della festa in famiglia, intanto, si era sparsa la voce di un possibile acquisto del friulano Di Natale.

Il resto è storia recente, che non va in prescrizione: come il palmarès, il desiderio di ottenere finalmente giustizia, di tornare a vincere, di riabbracciare gli ultimi due scudetti conquistati sul campo, come il piacere di riprovare la sensazione di sentirsi guidati da chi ha veramente a cuore le sorti della Juventus.
Quella di non spezzare definitivamente il legame che unisce la Vecchia Signora a Villar Perosa rappresentò, da parte dell’Avvocato, una scelta condivisibile, anche alla luce del fatto che oggi rimane ancora un esponente di quella dinastia alla guida del club: Andrea, l’attuale Presidente, così come chiede di essere chiamato dai tifosi bianconeri.
Piaccia o non piaccia, per gli avversari resta, semplicemente, un Agnelli.