QUI LO DICO - Marotta o "marmotta"? Dopo il colpo Vidal è ripreso il solito letargo. Goodbye Giuseppe Rossi, arriverà l'ultimo della fila: Mirko Vucinic. Ma ai tifosi non basta

Dice Antonio Conte: "Per essere competitivi e per cercare di lottare abbiamo bisogno di innesti. E di diversi innesti". Dice Giuseppe Marotta: "Ci sono delle falle, arriveranno ancora due o tre elementi di grande spessore". Dice Sergio Aguero: "Sono un giocatore del City, sono contentissimo di venire a vivere a Manchester".
A parte lo stato di ebbrezza di Aguero, che evidentemente non ha ancora capito la differenza che passa tra il vivere a Madrid e il vivere a Manchester, in queste tre frasi è condensato tutto il bene e il male della Juventus 2011-2012. Da un lato, un allenatore che per la prima volta inizia a fare la voce grossa. Gli obiettivi di prima fascia, i cosiddetti 'top player', sfumano uno dopo l'altro e la sua frustrazione si concretizza nel momento in cui la squadra che lui ha in mente - su carta - non può proprio essere schierata - sul campo - nemmeno in queste prime amichevoli di luglio. Dall'altro lato c'è invece un direttore generale in affanno, consapevole che un piccolo tesoretto c'è e sta per essere corroborato anche dalle cessioni di Felipe Melo, Sissoko e presto Amauri, ma non sa, non vuole, proprio non riesce a spenderlo. Almeno per ora.
Il bene e il male, dicevamo. Perché c'è anche il bene: Marotta ammette che servono ancora tre acquisti di spessore, manca più di un mese alla fine del calciomercato, e si sa che gli affari veri, i colpi, si fanno spesso ad agosto. Il tempo per rimediare c'è, ma è innegabile che fino ad ora, nei settanta giorni che hanno seguito l'addio di Gigi Delneri, la società si sia mossa perlopiù in maniera contraddittoria. Più passano i giorni e più i tifosi sono disorientati e sperano di venire presto smentiti.
1. La Juve non ha ancora acquistato alcun top player. Lo è certamente Pirlo, che però è stato solo "ingaggiato" a parametro zero, non lo sono fino ad ora gli altri acquisti juventini, nemmeno il pur ottimo Vidal. Non lo sarebbero né Vucinic né Rossi. Marotta ha inseguito una serie infinita di attaccanti ma il piatto ancora piange. Il 6 luglio scorso, oltre 20 giorni fa, il presidente Andrea Agnelli sbandierava ufficialmente l'interesse "non solo per Aguero, ma anche per Rossi, Sanchez ed Higuain". Al momento la Juventus è distante da tutti questi nomi e rischia di doversi 'accontentare' del romanista Mirko Vucinic. Un ottimo giocatore, magari persino più congeniale al gioco di Conte, ma non certo un fuoriclasse assoluto. E comunque, al di là dell'aspetto tecnico, la proprietà e la dirigenza hanno fatto promesse che non erano in grado di mantenere. Un precedente molto pericoloso per il rapporto con i propri tifosi.
2. Non serviva certo l'amichevole contro lo Sporting Lisbona per scoprire che al centro della difesa juventina c'erano fin troppi problemi e che la retroguardia andava rimessa a punto non solo nei due terzini (a proposito, sicuri che Ziegler sappia anche difendere?). Marotta ha invece aspettato la fine della Coppa America per muovere i primi passi in direzione di Diego Lugano, o di un suo eventuale sostituto. Eppure Lugano è "su piazza" da anni. Ora che tutti hanno capito che la Juventus sta cercando il nuovo partner di Chiellini ripartirà il solito refrain: vai con l'asta!
3. La rosa bianconera va sfoltita. E sono in molti ad aver festeggiato le dipartite di Felipe Melo (in prestito) e Sissoko (ad un passo dal PSG di Leonardo). Se per l'addio di Melo, anche a causa di problemi di spogliatoio, probabilmente nessuno si strapperà i capelli, lascia invece maggiormente perplessi la cessione a cuor leggero del franco-maliano che sembrava perfetto per le esigenze di Conte. Fare cassa va sempre bene, ma se poi, concretamente, i sostituti di Melo e Sissoko dovessero essere Pazienza e Poli...
A proposito, che fine ha fatto il presunto rapporto privilegiato della Juventus con il Real Madrid?
4. "Anche in questo mercato le squadre italiane sono svantaggiate rispetto a inglesi e spagnole" ha ripetuto Marotta cercando di giustificare alcuni mancati arrivi. Un ritornello che inizia a farsi un po' stucchevole, specie se pronunciato da chi ha sempre sostenuto la necessità (e i vantaggi, in prospettiva) di operare sul mercato con le regole del cosiddetto fair-play finanziario. Delle due l'una: o qualcuno in Europa sta giocando sporco, oppure qualcun altro a Torino ha preso un grosso abbaglio.