Zazzaroni su Libero: "Il tricolore più stropicciato di sempre resterà all'Inter. Ma la giustizia, quella vera, non quella sportiva, è un'altra cosa"

02.07.2011 15:45 di  Redazione TuttoJuve   vedi letture
Fonte: di Ivan Zazzaroni per "Libero"
Zazzaroni su Libero: "Il tricolore più stropicciato di sempre resterà all'Inter. Ma la giustizia, quella vera, non quella sportiva, è un'altra cosa"

Decideranno che va bene così anche se proprio bene non va. Quando il 18 di questo mese Giancarlo Abete e il suo Consiglio saranno chiamati a chiudere (si fa per dire) la questione relativa allo scudetto 2006 - o di cartone, come lo considerano gli juventini -, si piegheranno verosimilmente, e secondo tradizione, alle leggi della convenienza e dell’opportunismo. Sono pronto a scommetterci: è legale. Lasciare le cose come stanno non da ieri ma da cinque anni è in effetti la scelta meno rischiosa, la più comoda (e qui la giustizia non c’entra): conosciuto il verdetto - credo sia il pensiero prevalente in via Allegri - si incazzeranno un altro po’ Andrea Agnelli, i radiati e il popolo bianconero. Ma che volete che sia? Dopo pochi mesi la loro rabbia si sarà in gran parte attenuata: e se il campo ci darà una mano... Preferiranno un morto a due feriti, già. Se, infatti, il CF optasse per la revoca del titolo si scatenerebbe un inferno mediatico - e questo non è esattamente il momento ideale per favorire un altro bordello.

Di fronte alla scucitura ufficiale del tricolore, la reazione dell’Inter sarebbe pesantissima: per questioni di principio, immagine, sponsor, contratti ancora in essere, merchandising e altro, Moratti ricorrerebbe all’Alta Corte del Coni, eventualmente al Tar e, ultimo passaggio, al Consiglio di Stato. Ho detto (e lo ripeto) che la giustizia, quella vera, non quella sportiva, è un’altra cosa, specie dopo gli elementi acquisti dal 2006 a oggi. Ieri i giornali si sono naturalmente posti la domanda che aggira ogni prescrizione: se nell’estate del 2006 avessimo saputo che la posizione 12 (Facchetti, deceduto) e quella 13 (Moratti, responsabilità diretta, prescritto) del faldone Palazzi nel quale figura un impressionante parterre de roi (i dirigenti di mezza Serie A) telefonavano inopportunamente agli arbitri per tentare in qualche modo di “difendersi”, che decisione sarebbe stata presa? Nel suo corposo “re - port”, il procuratore federale ha indicato quali sarebbero state le sue richieste nel caso in cui non fosse intervenuta la prescrizione, ed è ipotizzabile che a Facchetti sarebbe stata rimproverata “la violazione dell’articolo 1” (non sempre la violazione dell’articolo 1 è totalmente trascurabile: c’è chi ha beccato anni di squalifica e chi è stato retrocesso). Non la penso insomma come l’attenta Ravelli del Corriere della Sera, la quale ipotizza questa conclusione: «La convinzione è che, dopo la radiazione di Moggi e Giraudo, prenda corpo il desiderio di punire anche l’altra parte. Una sorta di pareggio (o di decisione cerchiobottista, a seconda dei punti di vista) per provare a ricominciare e a chiudere una stagione di veleni. Difficile dire da che parte stiano i membri del consiglio federale, per quale dei due partiti propenderanno: il presidente della Lega Maurizio Beretta probabilmente non andrà a votare, così come quello del Cagliari Massimo Cellino (sempre in rappresentanza della Lega), mentre quello della Lazio Claudio Lotito avrebbe confidato l’intenzione di votare pro Inter».