BUFFON: "Salviamo la faccia. Delneri non ha colpe"

"Adesso abbiamo un solo obiettivo: non perdere la dignità". Gigi Buffon non usa giri di parole per descrivere il momento critico della Juventus dopo l'ennesima gara buttata via con il Catania: in vista del posticipo di lunedì prossimo con la Lazio, il portiere bianconero cerca di scuotere il gruppo. "Sembra stupido, ma indossando la maglia della Juve sai che ti seguono 14 milioni di tifosi - dice Buffon ai microfoni di Skysport24 - Non dobbiamo lasciare più punti per strada e dobbiamo combattere fino alla fine: questo è il nostro unico dovere. Quanto all'allenatore (Del Neri ndr) è in gamba e dispiace che paghino sempre gli allenatori". Buffon si dice "arrabbiato e deluso ma non è tempo per farsi distrarre, abbiamo una gara importante per dare senso anche alla stagione". Per questo del suo futuro personale non parla troppo: "La posizione in classifica non permette di pensare alle questioni personali - dice il portiere juventino - io spero di poter continuare a vincere con la Juve".
Ecco l'intervista integrale a Gigi Buffon, trascritta da TuttoJuve.com:
Vai sempre in giro con la maglia da portiere o te la togli ogni tanto?
"No, di solito me la tolgo, però questa è un'occasione talmente eccezionale che va portata fino in fondo".
Ci racconti il tuo rapporto con "Sos villaggi dei bambini Italia"? Perchè tu ed Alena Seredova, che presto diventerà tua moglie, vi siete legati a questo progetto e qual è il messaggio che vuoi lanciare?
"Niente di particolare. Diciamo che è stata brava Alena che mi ha coinvolto. E' una società molto seria e devo dire che con loro abbiamo intrapreso e finito anche progetti molto importanti che sicuramente hanno fatto star meglio molti bimbi che non hanno avuto la fortuna dei nostri figli. Quando ci sono queste situazioni non si può rimanere distaccati, ma bisogna prendere in prima persona la palla al balzo e bisogna far qualcosa per cercare di creare un po' più di equità nel mondo, per quel che è possibile".
Quale può essere l'esempio di un progetto che questa associazione può fare e può appoggiare?
"Il progetto più semplice messo in atto è stata una scuola aperta in Africa, che ha dato chiaramente la possibilità a tutti questi bambini di potersi istruire. E penso che in Paesi come quelli, già partire con questa base sia un qualcosa di unico e di fondamentale, per far sì che anche loro riescano ad emanciparsi e rimanere al passo coi tempi, senza dover per forza fuggire dalle loro nazioni".
Di "Sos villaggi dei bambini" abbiamo parlato. Adesso, cambiando argomento, cosa si può fare per "Sos Juventus"? Perchè, insomma, l'allarme c'è in questo momento...
"Sai, cosa si può fare....sicuramente è stata una stagione altalenante, con momenti anche esaltanti e altri di depressione, però credo che alla fine la partita che abbiamo buttato via col Catania sia un qualcosa di incredibile, per come è venuto fuori, per come è stato partorito questo pareggio. Il dispiacere ed il rammarico è stato ed è ancora adesso enorme".
Qual è la cosa che ti ha fatto più arrabbiare l'altra sera? Felipe Melo era il più arrabbiato di tutti quando è uscito dal campo. Tu eri un attimo indietro nella classifica degli arrabbiati, ma neanche di tanto...
"Sicuramente ero arrabbiato per una vittoria sfumata all'ultimo istante che sembrava già archiviata. Poi per il fatto che a parer mio la seconda punizione che è stata fischiata fosse inesistente. E un altro dei motivi è che noi ci abbiamo messo del nostro per non vincere questa gara. Un altro dispiacere, un rammarico, è che poi alla fine in questi anni pagano sempre gli allenatori: prima Ciro, poi Zaccheroni; quest'anno stanno già parlando del sostituto di Delneri ed è una cosa che dispiace, perchè credo che in alcune partite come quella col Catania l'allenatore sia l'unico che non è colpevole".
Sfatiamo questa storia di te e Delneri che non andate d'accordo. Magari ci sono stati dei problemi all'inizio della stagione, ma adesso mi pare siano ampiamente superati. Me lo confermi?
"No, io devo dire che una volta che ci siamo conosciuti e abbiamo chiarito alcune posizioni, abbiamo sempre avuto un rapporto molto bello e molto cordiale, di rispetto. E questo mi fa vedere, giudicare le situazioni che ci accadono con molta serenità. E visto che in questi giorni si leggeva di tantissimi allenatori che devono venire sulla panchina della Juve, quello che mi dispiace è che magari si diano le colpe all'allenatore quando magari non ce le ha".
Il nome più caldo - ci sono stati dei contatti - è quello di Roberto Mancini. Tu come lo vedresti all'interno dell'ambiente Juventus? Non sempre l'ambiente Juventus e Mancini sono andati d'accordo...
"Sai, questo fa parte del futuro della Juve o delle ipotetiche idee. Io penso che da domani, da domenica, da lunedì, quando sarà la partita con la Lazio, abbiamo un unico dovere: di cercare di fare il massimo per vincere e per cercare di far convincere anche la società che l'allenatore che abbiamo è un allenatore in gamba, che merita la conferma".
Qual è adesso l'obiettivo vero di questa Juventus?
"L'obiettivo vero è, come capita in queste occasioni, non perdere la dignità. Sembra una cavolata, ma quando indossi la maglia della Juventus è un qualcosa di importantissimo, perchè alla fine ci sono sempre quei 13-14 milioni di tifosi in Italia che ti seguono, sia che tu vada bene, sia che tu vada male. Per loro, per noi stessi e per la società abbiamo il dovere di cercare di non lasciare più punti per strada e di cercare di combattere fino all'ultimo minuto. Poi i conti si faranno alla fine".
Anche tu hai finito gli aggettivi per Alessandro De Piero? Fino a quando è rimasto in campo col Catania vi stava facendo vincere la partita...
"Sì, Ale è incommentabile, diciamo così, perchè quello che ha fatto in questi vent'anni di storia della Juve, quello che sta facendo anche oggi, fino all'ultima partita contro il Catania, è un qualcosa di unico, di incredibile e che rimarrà sempre nella storia, della Juve, del calcio italiano ed internazionale. A livello di aggettivi penso siano finiti anche per lui".
I tifosi si chiedono se nella prossima stagione Del Piero sarà ancora nella Juve. Dopo la partita col Catania lui era molto molto giù di morale...
"Ma io penso che lui non abbia ragione di essere giù di morale, perchè lui rimarrà sempre nella storia della Juve. E credo che la storia presente e futura della Juve partirà sempre da lui, perchè è giusto che sia così".
Il tuo stato d'animo invece al momento qual è?
"Il mio stato d'animo...io sono ancora arrabbiato e deluso per la mancata vittoria di sabato sera, però non c'è tempo per farsi distrarre da queste cose. Lunedì abbiamo un'altra grande gara, importantissima, per cercare di ritrovare una soddisfare e di trovare un senso anche a questa stagione".
So che tu non ne parli volentieri, però ovviamente il mio lavoro porta anche a fare queste domande. Alla prossima stagione ha già pensato? I tuoi problemi sono risolti?
"No, guarda, non ci ho pensato, perchè la cosa principale per quest'anno era tornare a giocare, stare bene e riprendere il ritmo partita. Una volta che questo è avvenuto e avverrà totalmente da qui alla fine del campionato, credo che poi il mio futuro sia ancora...(pausa)...Fino al 2013 ho il contratto con la Juve e per cui nulla mi fa pensare ad altro, anche perchè, con la posizione che abbiamo in classifica, credo che l'ultima cosa da fare sia pensare agli affari propri, ma c'è da pensare alla Juve e alle prossime quattro gare da finire con dignità".
Prima avevamo al telefono Max Pisu, noto tifoso della Juventus. Lui parlava di juventinità. Tu e Del Piero potete parlare di juventinità e potete comunicarla a 13 milioni di tifosi. Cosa significa essere juventini, sentirsi juventini e far capire probabilmente anche a chi arriva alla Juventus qual è il rispetto che ci vuole per tanti tifosi?
"Il più adeguato di tutti a parlare di juventinità è Alessandro, che ha il doppio del tempo vissuto alla Juve rispetto al sottoscritto. Per questi dieci anni che ho passato alla Juve, devo dire che l'amore che è sbocciato inizialmente e che poi piano piano è andato crescendo, sia dipeso soprattutto dall'affetto reciproco che c'è stato con i tifosi, che mi hanno fatto sentire immediatamente uno di loro. E purtroppo-meno male la storia ha fatto sì che gente come come Del Piero o Trezeguet, Camoranesi e Nedved abbiano avuto l'opportunità anche di poter rimanere in serie B. Noi abbiamo voluto accettare questa sfida. Credo che lì sia nata la vera juventinità che ci portiamo dietro".
Linus, invece, diceva che tu sei uno che quando gioca riesce a mantenere una certa serenità, un certo sorriso. Sono impressionato nel vederti, seppur in una giornata di festa, così scuro in volto per quello che è successo sabato. Visto che parlavi di Camoranesi e Trezeguet, certi rapporti d'amore si rompono per piccole cose, piccoli screzi della vita quotidiana, oppure c'è un motivo scatenante? La domanda è inevitabile: si rimedia meglio ai piccoli screzi o alle grandi cose?
"Innanzitutto per non far capitare gli screzi è necessario che uno sia sempre presente ed è una cosa che purtroppo non è potuta capitare perchè mi sono operato al ginocchio e sono stato fuori per sette mesi. Poi in quei sette mesi ognuno ha parlato, ha detto quello che ha voluto sul mio conto e per cui è inevitabile che qualche situazione fosse da chiarire. E' stata chiarita penso nel migliore dei modi e adesso si è tornati secondo me in una carreggiata un po' più consona a quella che è la vita e la storia della Juve. Poi è chiaro che il mio volere sarebbe quello di poter vincere ancora con la maglia della Juve. Mi auguro che tutto questo possa essere possibile".
La faccia triste di Del Piero, sabato sera, forse era dovuta al fatto che ha visto ormai sfumare l'obiettivo del quarto posto?
"No, il dispiacere per sabato sera, a parte tutto, è dovuto al fatto che il calcio, i risultati, la bellezza dello sport, ci avevano dato l'ennesima occasione per poter sognare e per poter rientrare in un certo discorso, ma in maniera proprio triviale abbiamo buttato via questa opportunità. E questo, per gente che vive la Juve ormai da tantissimo tempo, non può che lasciare il segno".