Mediaset, ancora offese alla Juventus? E a Torino tutto tace

18.04.2011 14:45 di Massimo Reina   vedi letture
Mediaset, ancora offese alla Juventus? E a Torino tutto tace
TuttoJuve.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Non bastavano le ridicole frecciate che puntualmente arrivano da trasmissioni faziose come Controcampo, non bastavano i deliri di certi servizi di Studio Sport con tanto poi di scuse da parte del direttore Nicola Calathopoulos, però solo su internet guarda caso, e dopo la forte mobilitazione generale di centinaia di migliaia di tifosi juventini indignati. Adesso ci si mettono anche semplici programmi di contenimento a disinformare e a fare battute.
Il fattaccio è avvenuto sabato sera 16 Aprile, durante la trasmissione Studio Sport XXL, un nuovo magazine di sport che nelle intenzioni degli autori dovrebbe raccontare e riepilogare tutti i grandi eventi sportivi della settimana appena trascorsa ed eventuali curiosità a essi correlati. Il programma è interamente curato dal vicedirettore di Sport Mediaset, Giorgio Terruzzi e del giornalista Luca Serafini. Il primo non è nuovo ad atteggiamenti strafottenti e offensivi nei suoi commenti sulla Juventus. Il secondo è un noto tifoso rossonero, opinionista anche di Milan Channel. Evidentemente immemori delle telefonate di Meani, del famoso “spinga, Meani, spinga” di Galliani e dei fatti recentemente emersi al processo di Napoli, il dinamico duo cosa combina? Confeziona una classifica settimanale in cui, al settimo posto, si parla delle squadre che rischiano di arrivarci in quella posizione nel campionato di Serie A, qualificandosi quindi per la poco nobile Europa League. A quel punto partono le immagini del gol di Luca Toni al Genoa accompagnati da un commento abbastanza subdolo: “Settimo come non rubare ma anche come non ci arrivare in classifica”. Palese il riferimento al settimo comandamento cristiano, un po’ meno il senso della frase messa (e ripetuta nel finale) sempre sui filmati della Juventus. Sicuramente gli autori ci diranno che è stato un caso, che siamo un tantino paranoici. Ma tant’è.


Chissà se lo slogan con cui il programma viene pubblicizzato dalla rete che recita “cercheremo di fare trascorrere 45 minuti piacevoli al telespettatore amante di sport” si riferisce ai più beceri antijuventini, a cui certamente sarà piaciuta la sconclusionata battuta. A noi, francamente, non ha fatto ridere. Ma c’è poco di che arrabbiarsi. L’infelice frase sopra descritta è solo la punta di un iceberg di una disinformazione costantemente orchestrata ad arte da chi ha interesse a portare avanti, nonostante i fatti dimostrino, come detto, l’opposto, la teoria che la squadra bianconera ha sempre e solo rubato.
Per molta di questa gente il tempo si è fermato all’estate del 2006, agli stralci delle intercettazioni che uscivano fuori dalla procura e che, debitamente manipolati da qualcuno sui giornali, dipingevano Luciano Moggi come il demonio in persona. E così assistiamo ancora oggi a spettacoli indecorosi come quello di Report che osanna Zeman e sbaglia clamorosamente, disinformando, sulle sentenze del processo doping e sull’assoluzione della Juventus. O come quello di Lia Capizzi di Sky secondo la quale Paparesta ormai bivacca in pianta stabile dentro allo spogliatoio di Reggio Calabria dove lo avrebbe rinchiuso quell’aguzzino di Moggi. Senza che nessuno trovi poi la voglia di scusarsi e rettificare in diretta “l’errore”, dopo le solite migliaia di mail di protesta dei sempre attenti e inimitabili tifosi bianconeri, unico baluardo oramai in difesa della Vecchia Signora. Come dire, il sasso intanto lo tiriamo mettendoci bene in vista, il resto poi si vedrà. E che dire, sempre a proposito di Sky che per i 150 anni dell’unità d’Italia omaggia, è proprio il caso di dirlo, chiunque, ma si dimentica di farlo per la squadra più importante d’Italia, quella dei sei palloni d’oro, dei blocchi di calciatori che hanno poi portato ben quattro volte la nazionale italiana a vincere altrettanti Mondiali, quella dei Fenomeni chiamati Platini e Baggio, Zidane e Nedved, dei 29 scudetti, dei record su record battuti, compresi quello del numero di partite consecutive e di finali europee disputate in Champions League.

I tifosi juventini sono stufi. Possibile che a Torino nessuno si sia altrettanto stancato? Che nessuno trovi il dovere morale di difendere non solo l’onore e la storia della squadra e di chi la sostiene, ma anche quelli della famiglia Agnelli, la memoria di Gianni e Umberto? Francamente si rimane allibiti davanti al mutismo e all’immobilismo societario.
Ma querelare è così difficile? E’ così difficile farsi rispettare, far valere i propri diritti? Far capire a quei soloni che si nascondono dietro al diritto di cronaca e di parola, che nessuno gli da diritto di offendere e di inventarsi le notizie di sana pianta come se si trovassero all’intero di un bar a parlare con gli amici e non davanti a milioni di telespettatori?
I tifosi juventini non vogliono più delle scuse, pretendono il rispetto dei fatti e della storia. Pretendono chiarezza e meno fanatismo. Perché qualcuno forse finge di non sapere che la Juventus è il calcio italiano. Piaccia o non piaccia.
Il Barcellona ha portato, o lo farà presto, in tribunale una radio spagnola vicino ad ambienti Real che aveva insinuato dubbi sulla squadra insinuando dei sospetti su un presunto doping dei blaugrana. La Juventus? Silenzio, ma di quelli assordanti.