Marchisio a La Stampa - "Non so darmi delle risposte. Ripetiamo gli errori del passato. Siamo bloccati"

07.03.2011 09:45 di  Davide Terruzzi   vedi letture
Marchisio a La Stampa - "Non so darmi delle risposte. Ripetiamo gli errori del passato. Siamo bloccati"
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© foto di ALBERTO LINGRIA

Non sappiamo se Claudio Marchisio sia un grande fan di Tiziano Ferro, ma anche lui, come il cantante di Latina, "non se lo sa spiegare". Cosa sta succedendo per la seconda stagione consecutiva alla Juventus? Possibile che i giocatori siano più scarsi di quelli di Bologna e Lecce? Sono pensieri inquietanti che ronzano nella testa di tutti gli juventini e il vero problema è che nessuno sa dare delle risposte. Lo ammette lo stesso Marchisio in un'intervista concessa a La Stampa e in edicola oggi. "È davvero un brutto periodo. Anche se in settimana lavoriamo bene, ci applichiamo, poi in campo non riesce nulla. Con il Milan abbiamo preso gol, e non siamo neppure riusciti a reagire. Cadiamo in un pessimismo cronico. Per correre, corriamo anche, ma abbiamo poca fiducia in noi stessi: e si vede, nei risultati e nel gioco. Spero basti una vittoria, ma proprio non lo so. Perché avevamo già vinto due partite, contro il Cagliari e l'Inter, ma poi siamo ricaduti negli stessi gravi errori. Mi faccio domande e non riesco a trovare delle risposte. Qui ci sono ottimi giocatori, e abbiamo anche fatto grandi partite contro le grandi squadre, poi cadiamo in sconfitte con le altre. Ripetiamo gli errori dell'anno passato. Prima di Natale giocavamo, e facevamo diversi gol.

Ora, nel nuovo anno, abbiamo perso due-tre partite e siamo ricaduti nel pessimismo. Facciamo gli stessi errori. E durante le partite non riusciamo a staccare la testa da questo. Milan troppo forte? Per carità, il Milan è una grande squadra, ma non si possono fare paragoni perché a noi adesso non riesce nulla. Non abbiamo fatto progressi, siamo bloccati anche a livello mentale. Come si pulisce la testa? Cerchiamo di liberarci la mente e di ripartire. Dobbiamo migliorarci. Siamo con Delneri? Cerchiamo di applicare i suoi insegnamenti, ma poi in campo le cose non vanno bene. Di certo abbiamo responsabilità, perché alla fine in campo ci andiamo noi giocatori, undici o quattordici che siano. Cosa possiamo fare? Cercare di sbloccarci a livello psicologico. Perché uno spettacolo così non le meritano i nostri tifosi e non lo meritiamo neanche noi" L'impressione è quella di una squadra in netto crollo psicologico. E piuttosto di un bravo insegnante di calcio, servirebbe una bravo allenatore che curi più la testa che i movimenti.