JUVE, E' ARRIVATO IL MOMENTO DI CAMBIARE MARCIA

Grazie alla vittoria di Cagliari l’ambiente bianconero ha potuto tirare un sospiro di sollievo. Ma ci sono ancora da scacciare i fantasmi di un ulteriore fallimento, ed è necessario cambiare marcia al più presto. A partire da domenica sera...
09.02.2011 21:10 di  Thomas Bertacchini   vedi letture
JUVE, E' ARRIVATO IL MOMENTO DI CAMBIARE MARCIA
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© foto di FORNASARI

Il bilancio, ora, è in perfetta parità: l’anno scorso, arrivati alla ventiquattresima gara, la Juventus del "traghettatore" Zaccheroni aveva toccato quota 38 punti in classifica, la stessa raggiunta dalla formazione allenata da Luigi Del Neri. Nelle prime cinque giornate dell’attuale campionato, invece, Madama ha totalizzato due vittorie, due sconfitte ed un pareggio, un percorso identico a quello compiuto all’inizio di questo girone di ritorno. Non si tratta di numeri confortanti, proseguendo con un ritmo simile non andrà molto lontano. Urge un cambio di marcia, già a partire dalla prossima partita. Quella con l’Inter.

La Vecchia Signora arrivò al match contro i nerazzurri del 3 ottobre 2010 dopo la vittoria interna contro il Cagliari ed il pareggio in Inghilterra con il Manchester City nell’incontro valevole per l’Europa League. Si può dire, a posteriori, che lì nacque la Juventus di Del Neri, quella dei 18 risultati utili consecutivi che diede a molti l’illusione di poter competere ad altissimi livelli già a partire da questa stagione.

Reduce dalla sconfitta allo stadio "Olimpico" con il Palermo, nella gara contro i sardi esplose il talento di Milos Krasic: tre goals e gli applausi in tribuna di Pavel Nedved, a coronamento di una prestazione sontuosa che aiutò a mascherare le sbavature di un "cantiere" che non poteva ancora considerarsi chiuso. Matri realizzò una doppietta che non cambiò le sorti del risultato finale (terminò 4-2 per i bianconeri), ma fu importante per farsi riconoscere una volta di più da quelli che poi sarebbero diventati i suoi nuovi tifosi. Per il momento del perdono, invece, è bastato attendere sino a sabato scorso, allorquando al "Sant’Elia" la punta ha restituito al Cagliari le due reti a domicilio. L’arbitro Brighi regalò al fratello "bravo" di Felipe Melo un cartellino giallo con tanto di dedica, mentre la Juventus potè finalmente gustarsi un successo a Torino che le mancava addirittura dal 25 aprile, grazie al 3-0 inflitto al Bari nel campionato precedente.

Del Neri si disse soddisfatto della crescita della sua squadra ed ottimista per i margini di ulteriore miglioramento che faceva intravedere. La speranza era quella di "esserci a marzo per lottare con gli altri, è quello che conta".
Poi arrivò l’Epifania, che - come sostiene il popolare proverbio - "tutte le feste porta via": si ruppe Quagliarella e tornò il fratello "cattivo" del centrocampista brasiliano. Una Vecchia Signora spuntata ha dovuto attendere quasi un mese (5 febbraio) per rivedere le reti di un attaccante che potesse consentire al tecnico bianconero di affermare: "Ma alla fine conta fare gol: è dall’inizio di gennaio che ci mancava un finalizzatore. Adesso che ce l’abbiamo, tutto ha di nuovo ha un senso".

Ora ci sono le condizioni per provare a ripartire, anche se non basta riavvolgere il nastro per farlo: i punti di distacco dalla prima della classe sono passati dai tre di fine settembre agli undici attuali; sono diminuite le giornate che mancano alla conclusione del campionato; nel proprio cammino la Vecchia Signora ha già perso l’Europa League e la coppa Italia; il quarto posto verrebbe considerato oggi un buon risultato, mentre prima ci si scandalizzava al solo sentirlo nominare.

I nerazzurri prossimi avversari nel posticipo previsto nella serata di domenica, poi, saranno completamente diversi da quelli incontrati ad inizio ottobre al "Meazza": liberati dal peso di Benitez e accolto con un sorriso Leonardo, dopo aver vivacchiato a distanze siderali dalle zone alte della classifica per qualche tempo ora vedono nuovamente da vicino il Milan primo della classe, con la conseguente concreta possibilità di puntare allo scudetto. Per un Milito che si mangiava quei goals che l’anno precedente segnava ad occhi chiusi c’è adesso Pazzini, pronto a sostituirlo per tutte quelle partite che l’argentino dovrà saltare a causa dell’infortunio patito al bicipite femorale sinistro. Eto’o continua a caricarsi il peso dell’attacco sulle proprie spalle nel contesto di una squadra diventata ora più "italiana" (anche) grazie all’arrivo di Ranocchia ed alla prima convocazione in maglia azzurra di Thiago Motta. Mancherà Chivu, vittima nella gara di andata delle scorribande di Krasic e nel prosieguo della stagione di quel momento di follia che lo ha portato a colpire con un pugno Marco Rossi, prendendosi così una meritata squalifica.

Ma anche la Juventus, dal canto suo, non sarà la stessa, visto che si è già dimostrata capace di abbandonare quel 4-4-2 che sembrava fosse scolpito nel suo animo. Chiellini è tornato sulla fascia nella quale era cresciuto come calciatore, laddove - tra non molto - tornerà a disposizione anche De Ceglie, per una difesa che sembra essersi effettivamente rinforzata con l’arrivo di Barzagli. Il parco attaccanti dell’Inter, oltretutto, sarà la classica prova del nove per verificare eventuali miglioramenti del reparto difensivo. Il centrocampo così come è stato ridisegnato da Del Neri sembra calzare a pennello per Claudio Marchisio, non a caso diventato goleador nelle ultime tre gare (due reti realizzate tra Palermo e Udinese). Ora la speranza è quella di averlo disponibile per la partita di domenica.

Grazie alla vittoria di Cagliari l’ambiente bianconero ha potuto tirare un sospiro di sollievo. Ma ci sono ancora da scacciare i fantasmi di un ulteriore fallimento, affidandosi (anche) all’istinto di Matri, il nuovo goleador di Madama. Per evitarlo è necessario un cambio di marcia, da subito, già a partire dalla prossima gara. Quella contro l’Inter. Non un’avversaria qualsiasi. E non soltanto per quanto è capitato dopo il 2006, ma anche per quello successo negli anni precedenti.
In occasione del 5 maggio 2002, per esempio. Una data che solo a sentirla pronunciare qualcuno avverte un profondo dispiacere.