Conferenza integrale - DELNERI: "La Juve sta facendo benissimo". AGNELLI: "Lippi e Spalletti? Minchiate! Fiducia totale in Delneri e Marotta". MAROTTA: "Quest'anno abbiamo messo le basi, poi interverremo sulla qualità. Serve tempo"

29.01.2011 14:00 di  Redazione TuttoJuve   vedi letture
Conferenza integrale - DELNERI: "La Juve sta facendo benissimo". AGNELLI: "Lippi e Spalletti? Minchiate! Fiducia totale in Delneri e Marotta". MAROTTA: "Quest'anno abbiamo messo le basi, poi interverremo sulla qualità. Serve tempo"
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

La redazione di TuttoJuve.com ha seguito in diretta la conferenza stampa di Gigi Delneri, Andrea Agnelli e Beppe Marotta. Il tecnico bianconero ha presentato la sfida casalinga di domani sera contro l'Udinese, quindi, a seguire, il Presidente ed il direttore generale hanno parlato del difficile momento della squadra, del mercato, di calciopoli e delle strategie societarie.

CONFERENZA DELNERI

Buongiorno. Tre giorni sono stati sufficienti per recuperare dal punto di vista psico-fisico dopo la delusione dell'altro giorno? Ha ancora qualche dubbio legato alla condizione dei singoli?

"Diciamo che la partita con la Roma ha lasciato uno strascico importante, in fatto di qualche infortunio in più. In questo momento stiamo cercando di raccogliere più giocatori possibili per creare una squadra di calcio di undici giocatori. Abbiamo problemi su Pepe, su Amauri, su Motta e Iaquinta. E vediamo se recupereranno o meno. Penso di no comunque". 

Delusi per i risultati?
"Le delusioni arrivano se tu non pensi di aver fatto pienamente il tuo dovere. Penso che la Juve in questo momento sta facendo benissimo e non si può certamente dimenticare quanto ha fatto di buono fino al 6 gennaio, altrimenti andiamo di palo in frasca. non siamo fuori da tutto e in campionato siamo in linea con quello che dobbiamo fare da qui alla fine. E' un peccato chiaramente essere usciti prima dall'Europa League e poi dalla Coppa Italia, ma non è che ogni anno la Juventus ha disputato una finale di Coppa Italia. Abbiamo fatto il massimo contro la Roma che ha fatto una buona partita, e gli episodi certe volte cambiano la formula della partita in campo".

Ma secondo lei le difficoltà di questo mese sono dovute solo agli infortuni e alla mancanza di uomini, oppure di meccanismi mentali che si sono inceppati? Ad esempio anche Amauri, in questo momento, è nell'occhio del ciclone...
"Amauri non lo avevamo neanche prima. Io dico che sono successe tante cose questo mese, non ultima la partita col Parma, che ci ha privato del capo-cannoniere, di un giocatore in grande forma, e questo nessuno le dice; e ci ha privato anche di Melo. E' chiaro che poi la squadra in campionato si sia comportata bene, nel senso che ha perso due partite e poi ha ottenuto la vittoria col Bari e il pareggio con la Sampdoria, creando una classifica di tutto rispetto. E se le altre squadre stanno viaggiando a mille all'ora, come dicono tutti, noi che siamo a tre punti, secondo l'opinione pubblica, siamo in caduta libera. Noi siamo con le previsioni in esatta linea con quello che volevamo ottenere, cioè rimanere agganciati al gruppo per poi poter dire la nostra in un periodo importante, col recupero di giocatori importanti".   

La sensazione è che l'infortunio di Quagliarella abbia condizionato psicologicamente, non solo tecnicamente, il resto del gruppo. E' possibile?
"In quell'attimo che si è fatto male Fabio, c'è stata la contemporanea espulsione di Melo che ha fatto fare una partita difficile. Ma quel periodo lì ha pesato nel giro di tre giorni: il passaggio da Parma a Napoli. Poi la squadra, anche non avendo gli uomini a disposizione, ha battuto il Napoli, pur con grandissima fatica; ma anche il Napoli non ha fatto una passeggiata a Bari domenica scorsa e ha vinto in undici contro dieci. Poi mi sembra che la squadra a Genova si sia comportata molto bene. Ed è chiaro che noi se diamo solo un giudizio sulla partita con la Roma mi sembra sia riduttivo".

Poi una domanda sulla partita di domani. Un girone fa, arrivavate da una sconfitta a Bari e da un pareggio con tante polemiche con la Sampdoria. E poi a Udine c'è stata la svolta. Ci sono analogie?
"Noi dobbiamo sempre pagar dazio col nome Juventus. Quello che facciamo non è mai abbastanza. Direi che arriviamo da un periodo di giudizi negativi, pur avendo tre punti in più del girone d'andata. Io penso che la Juventus in questo momento meriti più rispetto per quello che sta facendo.  Deve essere giudicata per quello che fa e per le partite che fa. Si può dire benissimo che abbiamo perso con la Roma, che abbiamo giocato male. Ma dire che non sta facendo bene in un settore penso sia riduttivo. Se squadre che hanno due-tre punti più di noi vengono definite in grande spolvero, non vedo perchè la Juventus debba essere definita in caduta libera. Io su questo non sono d'accordo. Abbiamo 17 partite importanti, un campionato intero e faremo il massimo per ottenere il massimo dei risultati che ci siamo prefissati: lottare fino in fondo per un posto in Champions. Poi se arriva qualcosa di meglio, ancora meglio".

Pensa che i numerosi infortuni di alcuni giocatori possano far pensare ad un logorio fisico?
"Questo non lo so, non ne ho idea. E' un campionato molto intenso, giochiamo quasi sempre di sera. Quindi direi che fanno parte del gioco. L'intensità, i tempi di recupero brevi e penso che queste siano cose importanti che vanno considerate. Ma non c'è solo questo: abbiamo perso giocatori anche per l'influenza. Poi il recupero forzato di alcuni giocatori non favorisce il raggiungimento di una condizione ottimale. Ma gli infortuni ce li hanno un po' tutti vedo".

Si rimprovera qualcosa fino a questo punto?
"Assolutamente no".

Arriva l'Udinese, che partita si aspetta? E' una squadra in formissima. Si gioca di sera, cosa ci dobbiamo aspettare?
"E' una squadra in formissima, ha fatto sei punti. La nostra squadra che non è in formissima ne ha fatti quattro. Bisogna vedere cosa si mette sul piatto della bilancia. Io mi aspetto una partita molto difficile, perchè l'Udinese è una squadra che ha sempre giocato bene, anche quando non faceva punti. Quindi l'Udinese ha una struttura in grande spolvero, ma noi non dobbiamo dimenticare che abbiamo fatto una buona gara lì e domani possiamo riuscire a produrre il nostro gioco, anche se rispetto all'andata ci mancheranno dei giocatori".

Lei ha parlato di una squadra che in campionato è in linea con le aspettative. Ma le eliminazioni dalle coppe non possono essere da Juve, a questo punto della stagione. E considerando anche il livello delle avversarie in Europa League...
"Noi non ci siamo tirati indietro davanti alle responsabilità. Però è anche una squadra rinnovata e ripeto, non è che la Juve ha sempre fatto la finale di Coppa Italia negli ultimi anni. Sono quindi anni che non ci arriva. Non è che arrivi uno e dopo un secondo vinca tutto. Noi ci prendiamo la responsabilità davanti ai nostri tifosi e ci dispiace di questa eliminazione, ma abbiamo ancora obiettivi. Non dobbiamo mettere la testa sotto la sabbia, ma lottare per i nostri obiettivi, fare il massimo per ottenerli e poi vedere se ci riusciamo. Io tra cinque-sei mesi spero di dare torto a chi adesso scrive che la squadra è in netto calo".

La squadra nel nuovo anno ha un atteggiamento meno spavaldo, più insicuro. Questi problemi hanno tolto un po' di autostima ai giocatori?
"Abbiamo anche cambiato giocatori. Fino a dicembre avevamo un assetto di squadra, a gennaio abbiamo un altro assetto di squadra. Le sicurezze derivavano dai cambiamenti fatti nel girone di andata. Marchisio esterno gioca perchè ha giocato con un certo tipo di atteggiamento tattico di squadra. L'uscita di De Ceglie ci ha privato di un giocatore in netto recupero in quel momento lì. I problemi a destra hanno fatto sì che mettessimo lì un giocatore giovanissimo come Sorensen, che ha retto molto bene. Penso non debba essere fatto nessun riferimento al mercato perchè i giocatori devono pensare a giocare. Devono pensare a rendere meglio sul campo e non al mercato. E' chiaro che se non ci si abitua a questo poi è difficile...  Penso che i giocatori che abbiamo in questo momento sono giocatori che danno il massimo per la squadra, con caratteristiche diverse.  Io non posso pretendere che Toni sia uguale a Quagliarella o che Iaquinta sia uguale ad Amauri: sono giocatori diversi, che si integrano molto bene, ma che quando manca qualcuno trovano difficoltà di proposta e di fraseggio. La psicologia è fatta in varie maniera: c'è il bicchiere mezzo pieno e quello mezzo vuoto. Qui mi pare che all'esterno vedano il bicchiere vuoto. All'interno noi crediamo che il bicchiere sia mezzo pieno".

Considerando gli acciacchi ripetuti di Amauri e Iaquinta, non  crede che per raggiungere l'obiettivo in campionato serva un'altro attaccante?
"Questa è una domanda che dovete fare a...Mi sembra che il presidente sia qui, Marotta sia qui...Io alleno i giocatori che la società mi mette a disposizione".

All'inizio dell'anno avete considerato il reparto offensivo più competitivo? A prescindere dagli infortuni...
"No, lei non deve prescindere dagli infortuni, perchè se mi mancano contemporaneamente quattro giocatori per infortunio, chiaramente, 'a prescindere' devi levarlo".

Ma in passato Amauri e Iaquinta non si sono sempre dimostrati all'altezza...
"Quando hanno giocato Iaquinta e Quagliarella mi pare che si Iaquinta si sia dimostrato all'altezza. A parte che Iaquinta e Amauri hanno giocato poco assieme perchè Amauri ha avuto enormi problemi. Non so quante partite hanno fatto assieme, forse mezza, una. La mancanza di tutti e quattro gli elementi ha dato anche meno respiro a Del Piero. Nell'arco della partita non potevamo così sfruttare certe situazioni. Quando non si hanno a disposizione quattro-cinque attaccanti importanti, per caratura e caratteristiche diverse, è chiaro che uno trova difficoltà. La Juventus non ha mai schierato una formazione uguale in tutto il girone di andata, per infortuni e problemi vari. Eppure ha ottenuto risultati importanti, cose che non vengono messe in risalto. Noi non ci sentiamo fuori da tutto, perchè siamo a tre punti dalla Roma che sta facendo un campionato stratosferico. Siamo a tre punti dalla Lazio che sta facendo un campionato stratosferico, e siamo ancora - purtroppo per tanta gente che ci grida dietro - davanti a Udinese e Palermo".


CONFERENZA AGNELLI E MAROTTA

AGNELLI: "Buongiorno a tutti. L'amministratore delegato Marotta ed io siamo qui oggi perchè abbiamo ritenuto doveroso in questo momento della stagione essere presenti per parlare di quella che è la situazione della Juventus, con voi, con tutti i media, perchè siete una parte importante e preponderante del sistema calcio ed è giusto che abbiate notizie direttamente da noi. E secondo, ma altrettanto importante, siamo qui affinchè ai nostri tifosi arrivi un messaggio chiaro di quella che è la situazione e che non ci si confonda con i tanti commenti che in questi giorni si leggono, sia da parte di ex amministratori, da parte di ex dipendenti, da parte di ex giocatori della Juventus. Abbiamo letto tante ipotesi, alcune più affascinanti, altre meno affascinanti, però mi ritrovo anche a leggere sui giornali messaggi del tipo: 'Lippi e Spalletti arrivano alla Juventus'. Io sono tranquillo, qui davanti a voi, per dirvi chiaramente che questa è una michiata. Quindi sarebbe anche il caso di evitare di spingersi in fantasie di questo tipo. Un messaggio che vorrei ribadire in questo momento è la fiducia totale che abbiamo sia nel nostro amministratore delegato, sia nello staff tecnico, a cominciare da Delneri. Siamo arrivati sei mesi fa, me compreso, e stiamo lavorando da sei mesi; e ricordiamoci la situazione che abbiamo trovato: da un punto di vista sportivo la Juve aveva vissuto una delle peggiori stagioni della sua storia. Tante volte, in questi mesi, io ho ricordato la quantità di record negativi che si sono toccati l'anno scorso. La stagione sportiva ha fatto sì che la gestione finanziaria e patrimoniale per la stagione successiva - in quanto nel calcio la voce dei ricavi per il bilancio che andiamo a chiudere quest'anno sostanzialmente la generiamo l'anno prima - sia quest'anno molto, molto delicata, a cui si somma una situazione sì di pesantezza, ma che ci darà maggiori ricavi, che è la situazione stadio. Quindi abbiamo tre fattori: il fattore stadio, la mancata qualificazione alla Champions League e la centralizzazione dei diritti tv hanno fatto sì che noi quest'anno andiamo a chiudere il nostro bilancio con una perdita significativa. Questo però non cambia assolutamente quella che è la nostra programmazione e quelle che sono le nostre ambizioni: quindi di avere una squadra che sia in grado di competere con la sua tradizione, una tradizione che è chiaramente vincente. Che quest'anno sarebbe stato un anno difficile lo abbiamo detto l'ultimo giorno di agosto o il primo di settembre, quando abbiamo chiuso la campagna trasferimenti estiva. Che quest'anno sarebbe stato un anno difficile lo sapevamo prima. Non scopriamo che strada facendo abbiamo delle difficoltà imprevedibili o che non avevamo previsto. Noi sapevamo che quest'anno sarebbe stato difficile. Io rimango su quello che è il tema del sistema. Parliamo di quella che è la situazione della nostra rosa. La nostra rosa oggi è il sesto monte ingaggi europeo, per circa 130 milioni di euro. Se noi facciamo equazione, salari uguale risultato sportivo, noi siamo tutti gli anni nei quarti di finale di Champions League. Evidentemente non è così. Abbiamo degli ammortamenti per 40 milioni e sono degli ammortamenti importanti. Sono stati fatti degli investimenti importanti nel recente passato. Noi abbiamo una macchina sportiva da 170 milioni di euro all'anno. Direi che questa è sicuramente una macchina dalle potenzialità enormi. Nella macchina a benzina, nella macchina che vuole spingere forte, però, probabilmente hanno messo il diesel e il motore si è inceppato. Quindi da questo punto di vista cerchiamo anche di ricomporre e di ricordarci che cos'è la macchina che stiamo gestendo e di quali sono le tempistiche di cui abbiamo bisogno per rimetterla a posto. Abbiamo sempre detto: un pezzo del lavoro importante è stato fatto l'estate scorsa, un altro pezzo del lavoro verrà fatto l'estate prossima. L'abbiamo detto ufficialmente e credo parlando con molti di voi; questo discorso è stato ribadito più e più volte. L'unica cosa - ma con questo io non voglio assolutamente giustificare alcuni risultati - non avevamo previsto di spaccarci rotule, di spaccarci piedi, collaterali, di avere una serie di infortuni che hanno messo fuori elementi importanti per diversi mesi. Questo non l'avevamo previsto. Quindi, ribadisco, il principio è: abbiamo un lavoro da fare, è un lavoro importante, è un lavoro che verrà completato l'estate prossima. Lo abbiamo detto internamente, lo abbiamo condiviso. Se noi l'anno prossimo, in questo periodo, abbiamo i problemi di oggi, abbiamo un problema. Quest'anno i problemi che abbiamo e che stiamo gestendo erano problemi prevedibili, e non modificano assolutamente quella che è l'impostazione che abbiamo dato. Una volta di più - ne parlo spesso con mio cugino e con tutta la mia famiglia - il motivo per il quale sono arrivato io è perchè crediamo nella Juventus, perchè la Juventus è un asset nel lungo periodo, perchè crediamo in un programma di lungo periodo. Però sappiamo che veniamo giudicati settimanalmente: una settimana siamo dei fenomeni, una settimana siamo dei coglioni; questo è il calcio. Fino a tre settimane fa, noi no, ma commentatori, opinionisti, parlavano di Juve da scudetto. Noi sapevamo quello che era l'obiettivo dell'anno e non ci siamo esaltati in quel momento, così come non ci deprimiano in questo momento. Il ragionamento che noi facciamo sempre al nostro interno è un ragionamento di equilibrio. Noi sappiamo cosa abbiamo a disposizione e sappiamo quelli che sono i nostri obiettivi. Con questo io non sto dicendo a voi o ai tifosi, 'abbiamo bisogno di un atto di fede'. Noi abbiamo bisogno di coerenza, coerenza di quella che è la programmazione di questa società. Da questo punto di vista sono due gli elementi che escono, e li ribadisco ancora una volta: la fiducia nell'operato delle persone che sono venute alla Juventus quest'anno e che stanno facendo un lavoro egregio, sia dal punto di vista manageriale, sia da un punto di vista tecnico; in secondo, è l'elemento di programmazione nel lungo periodo. Dopodichè, quando guardiamo i risultati sportivi, siamo usciti dall'Europa League con sei pareggi, siamo usciti dalla Coppa Italia e come tifoso, come primo tifoso, mi girano le balle, perchè mi piace vincere. Mi piace vincere, l'unica cosa che conta è vincere. Quindi quando sono allo stadio, la vivo con passione e l'unica cosa che vorrei è uscire vincente 3-0 in tutte le partite. Dopodichè, al mattino, alle 7 e mezza, 8 meno un quarto, come spesso mi capita, vado in ufficio e devo ragionare con la testa di un manager che sa che cosa ha trovato al 30 giugno del 2010 e su che materiale ha potuto lavorare Marotta dal primo luglio in avanti. Abbiamo un altro pezzo di lavoro da fare l'estate prossima e lì saranno concentrati i nostri sforzi. Grazie. Beppe, se vuoi aggiungere qualcosa dal punto di vista sportivo...".

MAROTTA: "Ma io non ho molto da aggiungere. Mi pare che l'analisi del Presidente sia stata esaustiva, precisa. Forse dal punto di vista tecnico posso dire che noi abbiamo un gruppo con un gestore che si chiama Delneri e che come diceva prima il Presidente merita torale fiducia. Delneri è in grado di valorizzare al massimo le risorse che la società è riuscita a mettere a disposizione. un gruppo che fa parte di un rinnovamento. Un rinnovamento che ha portato numerosissimi calciatori. Qualcuno, qualche critico saccente, diceva che sarebbe stato meglio prendere meno giocatori, più di qualità; ma in realtà vediamo oggi come una rosa, sia pur discretamente numerosa, fatta di 22 elementi, non è sufficiente a rispondere alle continue situazioni che sono generate da infortuni e squalifiche. Quindi è evidente che noi sapevamo benissimo che questo era un anno in cui dovevamo mettere le basi degli impianti, per poi agire nella qualità. E' esattamente quello che hanno fatto altri fenomeni sportivi, mi riferisco a squadre che in questo momento sono davanti a noi: l'Inter, la Roma, il Milan, hanno impiegato tempo; prima hanno agito in quantità e poi hanno messo innesti di qualità. Dunque è scontato che nel calcio ci vuole tempo, ci vuole programmazione per ottenere dei risultati. Certamente quando si partecipa a una competizione è obbligatorio credere di vincere sempre, ma siccome il calcio è un prodotto congiunto, dove accanto a 19 sconfitte, a 19 perdenti, c'è un vincitore, bisogna anche confrontarsi con i valori degli altri. Sappiamo che noi le difficoltà le abbiamo avute e la qualità sicuramente non è eccelsa; miglioreremo, dobbiamo migliorarci, ma oggi abbiamo sicuramente con grande orgoglio una caratteristica: siamo possessori di una cultura del lavoro; è questo è un aspetto che caratterizza tutte le attività imprenditoriali. Se vogliamo vedere il calcio non solo come un fenomeno sociale o come un fenomeno sportivo, ma anche come un fenomeno chiamiamolo imprenditoriale, abbiamo delle idee molto chiare, abbiamo dei profili umani di competenza e di professionalità all'interno. Questo è quello che io posso aggiungere per rispondere assolutissimamente a qualsiasi altra vostra domanda".  

Farete qualche altro colpo in queste ultime ore di mercato?
"Io mi rifaccio al concetto che ha espresso il Presidente, che è un concetto di carattere economico. Quest'anno è un anno di grande difficoltà economica per la società. Noi sapevamo già che questo mercato di riparazione non doveva portare sorprese di carattere economico, perchè la perdite, come ha detto il presidente, sarà abbastanza consistente. Oltretutto le opportunità che questo mercato offriva, offre e offrirà in queste ultime 48 ore saranno magari particolari, ma non sempre ricche di significato e di concretezza tale da poter dire 'portiamo un giocatore che aumenta il livello qualitativo di questo gruppo. Siamo stati un po' caratterizzati e sfortunati perchè in un settore che è nevralgico, quello offensivo, abbiamo dovuto fare a meno di diversi giocatori in contemporanea. E se ricordiamo anche che addirittura la situazione sfruttata velocissimamente, quella di Toni, ha portato un infortunio - e sottolineo traumatico - dello stesso calciatore significa che siamo alle prese con una situazione davvero imprevedibile, che è un altro aggettivo di questo mondo. L'imprevedibilità caratterizza il mondo del calcio; un palo colpito invece di buttare la palla in rete genera la partecipazione alla Champions o no e anche un infortunio può pesare molto. Ma il fatto di registrare da qua a fine mercato un colpo a sensazione credo che sia da escludere. C'è comunque da stare attenti e vedere se in queste 48 ore esisteranno delle opportunità che possono dare un incremento a quello che è un momento particolarmente difficile in un settore particolare che è quello dell'attacco".  

La perdita, il rosso di bilancio che sarà registrato a giugno, si aggira davvero attorno ai 50-60 milioni di euro?
AGNELLI: "Lo abbiamo già dato in un comunicato stampa: la perdita quest'anno sarà significativa".



Appunto. Si può quantificare?
AGNELLI: "Una perdità significativa. Siamo una società quotata in Borsa".

La cosa vi preoccupa? E' una perdita più significativa rispetto a quello che si pensava? I conti erano quelli che pensavate? Sono stati peggiori? Sono peggiorati strada facendo?
AGNELLI: "Sarà una perdita significativa quest'anno".

Volevo chiedere un chiarimento su quel discorso del sesto monte ingaggi europeo. Questo significa che la squadra è pagata più di quello che merita?
AGNELLI: "E' pagata bene".

Più di quello che merita?
AGNELLI: "E' pagata bene".

Più di quello che merita?
AGNELLI: "E' pagata bene. La Juventus ha a disposizione un monte ingaggi che la mette al sesto posto in Europa. Direi che i giocatori della Juventus sono pagati bene. Abbiamo le possibilità. Quando uno parla, quando una ragione su cosa avete, abbiamo sicuramente a disposizione una macchina che tra retribuzioni e ammortamenti è molto importante. Poi starà alla sua abilità (riferito a Marotta, ndr) saper gestire bene queste due voci".

Ma io volevo chiederle se l'anomalia è il monte ingaggi così alto o i risultati così bassi in rapporto al monte ingaggio...
AGNELLI:
"E' difficile parlare di anomalia. Stiamo dicendo che noi abbiamo a disposizione una macchina importante. Quando uno chiede delle conferme su quelle che sono le disponibilità della macchina Juventus sa che ha a disposizione una macchina di prim'ordine. E questa macchina qua va fatta girare". 

Solo una cosa legata alla domanda di prima. C'è la possibilità in prospettiva di un aumento di capitale?
AGNELLI
: "Assolutamente no".

Se disgraziatamente non arrivate quarti, che cosa succede?
AGNELLI: "Che arriveremo dal quinto posto in giù, sostanzialmente (ride, ndr). Magari arriviamo terzi".  
 
Sarebbe un ulteriore danno economico...
AGNELLI: "Adesso dobbiamo cominciare a ragionare e ad inquadrare il problema. Il giocare la Champions, partecipare al primo turno ed uscire, se uno ragiona sulle cifre, porta nelle casse di una società italiana - poi dipende anche dal paese, c'è un ragionamento di market pool - circa venti milioni. In un bilancio da 200 milioni è sicuramente una perdita che si fa sentire. Quello che però è più problematico è l'attrattività della squadra. Il partecipare o il non partecipare alla Champions non è un motivo per investire o non investire. Quando dico che c'è il mio impegno, c'è l'impegno della Famiglia,  siamo qui in prima persona, abbiamo uno staff tecnico di eccellente qualità, vuol dire che c'è la volontà di far bene. Far bene vuol dire anche giocare la Champions League, per avere maggiore attrattività anche sui giocatori".  

Non pensate che proprio davanti a questo rischio del danno economico e della minore attrattività derivante dalla mancata partecipazione alla Champions, non fosse opportuno fare un piccolo intervento immediato, proprio per garantire quella maggiore competitività e rendere più appetibile la Juventus nella prossima stagione? Al di là del nome di Pazzini...
MAROTTA:
"No, ma parliamo di Pazzini perchè tutti hanno messo in risalto questa mancata acquisizione del giocatore. Con Pazzini io tra l'altro ho un rapporto di grande affetto, avendolo avuto, ancor prima della Sampdoria, nelle giovanili dell'Atalanta; siglammo il suo primo contratto da professionista quando lui era un Primavera, un Allievo; quindi c'è un rapporto di affetto, grande stima dal punto di vista professionale per le qualità che ha. C'è stato questo interessamento repentino, velocissimo da parte dell'Inter che ha comunque fatto un investimento importante. Noi, come abbiamo evidenziato prima, non è che non eravamo o non siamo nella condizione...Avevamo un programma che andava rispettato. E quindi significa in sostanza che su Pazzini non potevamo arrivare come è arrivata l'Inter. Del resto, la Sampdoria, ha fatto giustamente le sue considerazioni economiche e quindi ha tratto la valutazione finale di accettare la proposta dell'Inter. Io credo comunque che Pazzini, con tutto il rispetto e il bene che gli voglio, sia un episodio di un'attività calcistica, di un'attività imprenditoriale, che però non può determinare assolutissimamente quello che sarà l'esito finale di un'annata calcistica. Anche se sottolineo il grande valore e la grande utilità che ci poteva garantire. La speranza, parallela, da parte mia, da parte nostra, è di poter recuperare le forze che abbiamo a disposizione. E sono forze che non rappresentano solo il patrimonio della società, ma comunque nel corso di questi anni hanno dimostrato di avere e di possedere un grande valore tecnico".

Alla luce degli ultimi due anni contrassegnati da tanti infortuni, variegati nella loro natura, non pensa che parlare di questo problema non sia  quasi un'aggravante, non un alibi? Cioè, situazione è identica a quella degli anni passati...
MAROTTA:
"E' molto diversa, perchè la statistica dice che di questi infortuni l'80% sono di carattere traumatico".

Gli ultimi quattro no...
MAROTTA: "Gli ultimi quattro...per esempio?".

No, gli ultimi tre. Pepe, Amauri e Motta...
MAROTTA:
"Ci riferiamo  a situazioni di mercoledì scorso e sono fortunatamente infortuni a brevissimo recupero. Se parliamo di affaticamento è una cosa... L'infortunio da strappo muscolare, che pregiudica l'attività per dei mesi, non riguarda questi tre soggetti. Riferendoci invece ad una valutazione più ampia abbiamo l'80% di casistica che è rappresentato da infortuni traumatici. Non a caso, per quanto visto personalmente nella mia carriera - e lo ha evidenziato anche il Presidente - la rottura della rotula penso sia un caso che capita una volta ogni cento infortuni; rottura dei legamenti, rottura dei setti nasali, ernie...abbiamo avuto situazioni molto imprevedibili. Poi è logico che gli infortuni capitano alla Juventus, capitano al Milan e capitano agli altri, però evidentemente bisogna tenerne conto".

Presidente, escludendo l'aumento di capitale, come ha detto prima - si parlava di messaggio ai tifosi -, dove si recupereranno le risorse per aggiungere la qualità di cui parlava Marotta nella seconda parte del progetto?
AGNELLI:
"Movimentando i 170 milioni tra salari e ammortamenti. C'è molto spazio lì per far bene e per muoversi. Cedendo dei giocatori, andando a generare delle plusvalenze, migliorando il monte ingaggi, abbassando l'età media. 170 milioni è una macchina importante. Quindi far girare bene questi 170 milioni".

A questo punto della stagione lei è soddisfatto di quello che sta facendo la squadra? Se non arrivasse questo quarto posto, quindi la Champions, il suo giudizio su Delneri resterebbe immutato? Delneri non avrebbe nessuna difficoltà?
AGNELLI: "Uscire da due manifestazioni non mi lascia soddisfatto, questo è pacifico. La Juventus deve tornare a competere con la sua tradizione quindi vuol dire confrontarsi con semifinali, arrivare in primavera competitiva. Quando uno arriva in primavera competitivo una zampata la tira. Delneri può stare assolutamento tranquillo, sono tranquillo io. Sapevamo che quest'anno sarebbe stato un anno difficile. L'ho detto prima: se l'anno prossimo avremo i problemi che abbiamo oggi, avremo un problema. Quest'anno era un anno difficile, un anno complicato, un anno da gestire a 360°  e sta facendo un egregio lavoro".

Lei ha parlato di un messaggio ai tifosi. C'è invece un messaggio da dare alla squadra? Nel senso che in questo mese di gennaio si è fermata anche la macchina dei risultati. Come si comporterà? Li ha già incontrati? Parlerà con loro?
AGNELLI: "Alla squadra lo dico dall'inizio dell'anno: devono entrare in campo e correre fino al 95'; dare tutto e quando non ne hanno, dare un po' di più. Questa è l'unica cosa che io chiedo sempre alla squadra. A maggio, soprattutto Marotta, farà tutte le sue valutazioni in base a quelle che sono state tutte le partite e valuteremo come intervenire per la stagione prossima, dove sappiamo che abbiamo un importante lavoro da fare".

Lei ha detto che allo stadio ragiona da tifoso e poi il giorno dopo  in ufficio deve ragionare da manager. I tifosi il giorno dopo non vanno in ufficio e non ragionano da manager. Lei pensa che potranno capire queste sue parole, questi suoi discorsi?
AGNELLI: "Capiscono la mia passione, capiscono quanto mi arrabbio, capiscono quanto ci tengo e spero capiscono anche gli altri discorsi".

Lei prima ha parlato degli ex amministratori, degli ex dipendenti che stanno rilasciando dichiarazioni. Qual è la situazione che l'ha infastidita di più?
AGNELLI:
"In particolare nessuna. Il motivo per il quale siamo qui è che dobbiamo dare dei messaggi chiari, a tutti quanti. A voi, in primis e ai tifosi.E quindi dovevamo fare un punto della situazione su dove siamo e dove vogliamo andare. Le opinioni corrette sono queste, le altre sono chiacchiere".  

Marotta, lei ha un approccio molto ragionato nei confronti del calcio. In questo senso, quanto era stata messa in preventivo una prima parte di stagione altalenante? Percentualmente ci può essere un tasso di crescita netta tra la prima parte della stagione e la seconda?
MAROTTA: "
Le certezze che avevamo all'inizio e che avevo io come responsabile dell'area sportiva erano dettate dal fatto che Delneri era un pilota molto molto affidabile, dal punto di vista della competenza e della cultura del lavoro. Abbiamo assemblato un gruppo di giocatori che si sono assemblati con i giocatori che erano già precedentemente tesserati e che devo dire sino ad oggi hanno dimostrato grande professionalità. Noi non ci sentiamo di rimproverare nessuno, dei vecchi e dei nuovi, sulla professionalità che loro hanno dimostrato in queste 22 partite di campionato, in questi sette mesi di lavoro. Quindi eravamo certi che le cose potevano andare bene. C'è una logica che dicevo prima: il calcio è un prodotto congiunto: si gioca contro avversari di cui non sempre si conosce il valore, di cui non sempre si conosce l'imprevedibile investimento. Quindi è logico il fatto che il Milan abbia investito su Ibrahimovic alla fine della campagna trasferimenti, innalzando il tasso di qualità, e sia diventato un concorrente più importante; così come lo sono stati altri; però tutti gli avversari che abbiamo davanti oggi sono avversari che hanno potuto costruire questo impianto di gioco nel tempo. Prendiamo ad esempio la Roma, che è una squadra costruita negli ultimi 4-5 anni; quest'anno ha fatto tre interventi di qualità con Borriello, Burdisso e Simplicio; il Milan l'ha fatto con Ibrahimovic, l'Inter ha una squadra che è stata costruita in tanti anni. Quindi è evidente che la consapevolezza di avere a che fare con la cultura del lavoro dei nostri giocatori e tecnici andava confrontata con il valore e la griglia dei nostri avversari. Abbiamo visto che gli avversari sono competitivi ed oggi se leggiamo la classifica dobbiamo  anche dire che dopo 22 giornate possiamo comunque esprimere una valutazione oggettiva: siamo a tre punti dalla terza in classifica; io credo che se oggi avessimo quattro punti in più, probabilmente non saremmo stati qua, ma non avremmo potuto comunque dormire sonni tranquilli, perchè rifacendomi anche al campionato passato, Delneri ed io siamo riusciti ad arrivare in Champions League con una squadra, direi, di ragazzi. In questo momento della stagione avevamo forse 4-5 punti in meno. E quindi bisogna avere sempre un sano realismo, ma anche un grande ottimismo e grande fiducia in quello che si fa. Noi abbiamo tantissima fiducia in quello che facciamo. C'è solo l'imponderabile che veramente nello sport caratterizza: l'infortunio, l'imprevedibilità. Mi auguro - veramente questo è un augurio che facciamo - che gli infortuni possano diminuire e non aumentare, come di giorno in giorno dobbiamo registrare".   

Su Calciopoli ci sono novità? Vuole rispondere a Moratti che ha parlato di truffa?
AGNELLI:
"Moratti....questo tema mi annoia. Quello che mi aspetto è avere una risposta sull'esposto. Da questo punto di vista hanno avuto tempo, hanno chiesto tempo, hanno ragionato su 100 giorni, 200 giorni, che partivano da un momento, partivano da un altro: adesso veramente una risposta ce l'aspettiamo. Quindi questa è l'unica cosa che posso aggiungere su questo tema".

Volevo chiedere a Marotta, in previsione della prossima stagione, come pensa di impostare il mercato considerando che ci sono 26 milioni da spendere per due giocatori chiave come Quagliarella e Aquilani. Questo credo sia il punto di partenza per la prossima stagione. E' una montagna molto alta da scalare il prossimo mercato...
MAROTTA:
"Intanto parliamo di due operazioni che sono contraddistinte da acquisizione a livello temporaneo con diritto di riscatto e non obbligo di riscatto. Quindi significa in sostanza che lo scenario è uno scenario molto ampio oggi, tale da non doverci obbligare ad effettuare dei riscatti. Certamente, d'altro canto, parliamo di due giocatori....(pausa, ndr)....Quagliarella stava facendo molto bene, anzi, addirittura in modo straordinario se consideriamo che aveva realizzato nove gol in diciassette presenze con nessun rigore; quindi aveva una media altissima. Aquilani è reduce da due annate non del tutto soddisfacenti, ma comunque ha dimostrato - per quello che il ragazzo ci ha fatto vedere alla Juventus - di essere un giocatore sicuramente di valore e quindi siamo ben intenzionati anche a valutare l'eventuale acquisizione. Come sai, nel mercato, il diritto è una cifra messa lì, poi c'è dietro una trattativa che potrebbe benissimo portare ad un abbassamento del valore, al rinnovo del prestito e a tantissime situazioni; quindi diciamo che l'analisi di ciò che sarà il mercato futuro non si può fare oggi. Il mercato futuro, come ha detto il Presidente, si fa nell'ottica anche di quello che sarà il punto di arrivo, il punto di caduta finale, in un esame più ampio. Oggi posso limitarmi a dire comunque che siamo contenti di aver preso Quagliarella e Aquilani"(redazione TuttoJuve.com).