PER LA JUVE E' GIUNTA L'ORA DI VOLTARE PAGINA

L'infortunio di Quagliarella, l'espulsione di Felipe Melo, la sconfitta contro il Parma. Dopo una ripresa del campionato simile ad un film dell'orrore la Juventus ripartirà con Luca Toni. Che, ovviamente, da solo non basterà per raggiungere obietti
08.01.2011 00:01 di  Thomas Bertacchini   vedi letture
PER LA JUVE E' GIUNTA L'ORA DI VOLTARE PAGINA
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Ed ecco il "patatrac": in sole due partite la Juventus ha messo in soffitta quanto di buono aveva combinato nella prima parte della stagione per tornare a vestire i panni della società dedita alla beneficenza dello scorso campionato, allorquando distribuiva punti e sorrisi a tutte le avversarie che incontrava lungo il proprio percorso. Di colpo sono comparsi nuovamente i fantasmi del recente passato, quelli che Del Neri ha cercato di scacciare sin dal momento del suo arrivo a Torino.
Nell’incontro disputato ieri contro il Parma era stato già duro per i bianconeri assorbire il contraccolpo psicologico dell’infortunio patito da Quagliarella, non ci voleva certo "l’altro" Felipe Melo, il fratello cattivo dell’ottimo giocatore ammirato negli ultimi mesi del 2010, a complicare la situazione con la sua espulsione dopo pochi minuti dall’inizio della gara. E meno male che qualche giorno addietro, il 2 gennaio, dalle pagine del sito della società ammetteva: "Non credo sia da tutti, dopo una stagione negativa, riuscire a riconquistare la società e i tifosi. Per me è stata una sfida e sono orgoglioso di essere riuscito a vincerla". Un successo durato poco, ora si dovrà rimettere in gioco.

Dopo una serie positiva di 18 risultati utili consecutivi per la Vecchia Signora è arrivata una sconfitta. La si può accettare con un minimo di serenità? No.
Prima o poi sarebbe capitata, ovviamente. Ma è giunta nei "tempi" e nel "modo" più sbagliato.
Non così, in casa e contro il Parma, dopo aver gettato al vento due punti nella precedente gara di Verona con il Chievo ed in prossimità di una partita delicatissima come quella che i bianconeri dovranno affrontare a Napoli al cospetto della squadra di Mazzarri. Senza dimenticare che in quel gruppone di incontri privo di insuccessi ci sono tanti, troppi pareggi.
Mettendo da parte le sensazioni negative di questi momenti ed analizzando soltanto i numeri di Madama, bisogna riconoscere che senza il goal subito da Pellissier nei minuti di recupero dell’ultima gara pre-natalizia adesso la Juventus si troverebbe a sei punti di distanza dal Milan capolista, vale a dire lo stesso margine che le ha consentito per diverso tempo di sperare di raggiungere a fine anno un qualcosa di più di una posizione utile per accedere alla prossima Champions League.

Certo, da lì a cullare sogni di scudetto la strada sarebbe stata lunga. Per arrivare ad un obiettivo simile avrebbe dovuto preparare una sessione di mercato invernale con i fiocchi, così come sosteneva lo stesso Del Neri alla vigilia della gara contro il Parma: "Abbiamo il dovere di cercare una soluzione per migliorare questo gruppo: il mercato non è questione solo di innesti, ma di inserimento di giocatori che possano aggiungere qualità". Con la sconfitta subita contro i ducali il distacco dalla prima in classifica è aumentato sino ad arrivare a otto punti, ma quello che preoccupa maggiormente è l’intasamento che si è nuovamente creato nelle zone alte, laddove la Juventus rischia seriamente di allontanarsi se non riuscirà a tornare dal "San Paolo" nel posticipo di domenica sera con i tre punti in mano. In un reparto offensivo bianconero che ad oggi continua ad essere il più prolifico della serie A (è difficile che l’Inter nelle due gare da recuperare riesca a segnare dieci goals...) verrà poi a mancare per la restante parte della stagione Fabio Quagliarella, il suo miglior realizzatore (auguri per una completa guarigione).

Nella settimana che ha preceduto la vittoria casalinga contro il Cesena (3-1, 7 novembre) aveva fatto scalpore l’assenza di Buffon alle foto di gruppo della squadra. In quel momento nacque una querelle fastidiosa che - a conti fatti - ha rappresentato l’unica vera spina nel fianco di un ambiente come quello bianconero che con il cambio della società e l’arrivo del tecnico di Aquileia ha ritrovato serenità e convinzione nei propri mezzi. Diceva Marchisio, pochi giorni addietro: "Con Del Neri abbiamo voltato pagina, ci ha insegnato a non ripetere gli errori del passato". Lo stesso allenatore, dal canto suo, confessava: "L’anno che si chiude per me è stato entusiasmante, adesso dobbiamo provare a vincere tutte le partite che ci restano".

Spesso il Presidente Andrea Agnelli fa esplicito riferimento ai "-27 punti" che separavano in classifica la Vecchia Signora dall’Inter vincitrice dello scudetto al termine della scorsa stagione. Quello è stato il punto di partenza della sua gestione, ed è giusto ricordarlo a chi pensava che in sei mesi e con investimenti economici limitati si potessero cancellare di colpo gli effetti negativi del terremoto calcistico del 2006 e dei quattro anni del "progetto" di Jean Claude Blanc.
Da qui ad accettare con serenità quanto sta accadendo in questi ultimi giorni, però, la strada è lunga.
Benvenuto a Luca Toni, nella speranza che riesca a fornire il suo personale contributo affinchè la Vecchia Signora possa tornare il più vicino possibile alla vetta della classifica.
Ma l’augurio più grande è che a Torino si riprenda a parlare presto anche delle stelle del futuro, non solo di quelle del passato.
Perché l’obiettivo non deve essere soltanto quello di ottenere un risultato "nell’immediato", quanto costruire un qualcosa di grande per il "domani". Tradotto: è importante vedere la posizione che verrà raggiunta a fine anno dai bianconeri, ma lo è ancora di più tornare ad essere "la Juventus". Tra le due cose non c’è paragone.
I primi mesi, escluse alcune gare, sono stati buoni. Ma la storia continua ad essere ferma al 2006.