Avvocato Benedetto : "NEL 2006 NON CI FU NESSUNA INDAGINE"

21.12.2010 17:45 di  Davide Terruzzi   vedi letture
Avvocato Benedetto : "NEL 2006 NON CI FU NESSUNA INDAGINE"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L’avvocato Giuseppe Benedetto nel 2006 osò ribellarsi al Commissario Straordinario Guido Rossi lasciando polemicamente la carica di giudice unico del settore giovanile della Figc. E' curioso quattro anni dopo rileggere la lettera con la quale motivava la sua scelta: "Lei, Signor Commissario, aveva già deciso. Quale insegnamento i cittadini di domani possono trarre dall’incredibile processo tutto e solo mediatico a cui abbiamo assistito in questi giorni, in una sentenza annunciata più che dai giudici o dai magistrati direttamente dal popolo? Facile coprirsi le spalle con le intercettazioni. Ma prego, qualcuno potrebbe farmi vedere dove sta l’illecito? Della sentenza ho ribrezzo. Non sono rassegnato, sono semplicemente indignato, quindi mi dimetto. Voglio stare a posto con la mia coscienza. Si trovi un altro giudice, caro Rossi. E’ stato il processo più importante della storia del calcio italiano e non è stato possibile riscontrare neanche una singola partita truccata, neanche un tentativo di truccarla.

Caro Rossi, perché non diciamo davvero le cose come stanno e che non si è riusciti a trovare nulla". Quattro anni dopo i fatti danno pienamente ragione a chi, come lui, ha evidenziato l'ingiustizia che si stava perpetrando in quell'estate. Intervistato da calciomercatonews.com, l'avvocato Benedetto commenta l'avvio da parte di Palazzi di un nuovo filone d'indagini: "Intanto direi che inizia un’indagine più che una nuova indagine, perché allora non ce ne fu nessuna e di nessun tipo. Oltre a non esserci stata, durante i processi del 2006, una fase di istruttoria dibattimentale, che avrebbe potuto cercare meglio la verità. Fu una vera aberrazione del diritto che partorì un’oscenità giuridica, provocando danni gravi. Fu una farsa, nella quale ognuno aveva una parte preordinata e l’ha recitata pedissequamente. Altro che ricerca della verità! E aggiungo che anche le vittime si attennero al copione…". Una sceneggiatura con un finale già scritto, ma non si è fatto i conti con l'oste, Luciano Moggi in primis.