UNA JUVE PROGRAMMATA PER VINCERE

Nell'attesa che si sblocchino le diverse trattative del mercato ancora in fase di stallo, ecco un paragone tra la situazione attuale e quella del 1994, all'alba della Juventus della Triade...
03.08.2010 18:45 di Thomas Bertacchini   vedi letture
UNA JUVE PROGRAMMATA PER VINCERE
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© foto di Marco Giglio/Image Sport

Meno di un mese, e la sessione estiva di questo calciomercato terminerà. Passano i giorni, e la situazione rimane inalterata: non se ne vanno i "partenti" e non arrivano i giocatori con cui le trattative sono state annodate da tempo.
Ormai, difficile essere smentiti (ci sarebbe veramente da preoccuparsi…), è questione di poco. Poi inizierà la seconda fase: dopo aver gettato le fondamenta, si dovrà puntare alla realizzazione ed alla conclusione dell’opera di ricostruzione della squadra.

Il trequartista che doveva far compiere il salto di qualità alla Juventus nella scorsa stagione (Diego) viene ora utilizzato come seconda punta ("stile" Doni o Cassano è ancora tutto da vedere, così come per la sua effettiva permanenza in bianconero); gli altri attaccanti in rosa sono sempre gli stessi (con un anno e qualche acciacco in più); nelle restanti zone del campo la squadra inizia ad assumere una sua fisionomia, anche se ci sono ancora diverse caselle da riempire. Compresa quella della "qualità".

La scelta di spostare il gioco nelle fasce laterali, lasciando ai due centrali di centrocampo il compito di difendere ed assalire, ma non di "impostare", potrebbe portare la squadra ad avere un perfetto equilibrio tra condizione fisica e prestazioni in campo: quando la prima sarà buona, dovrebbero arrivare i risultati; in caso contrario, si soffrirà.

In mancanza di occasioni di mercato, si proverà a rilanciare Felipe Melo. Un patrimonio tecnico ed economico, per la società. Ma al di là dell’effettiva riuscita dell’idea, questo non dovrà accadere a scapito della qualità in campo: scelto lui, chi ci sarà a fargli compagnia, in mezzo al rettangolo di gioco? O, viceversa: chi saranno gli esclusi?
L’importante è che il più penalizzato non risulti il gioco: quello che manca, a questa squadra, da anni.
La speranza è che, "regista o non regista" di centrocampo, non venga commesso l’errore ripetuto da tempo: privilegiare la "muscolarità" alla tecnica.

"Platini, ma lei fuma nell’intervallo di una partita?"
"Avvocato, non si preoccupi se fumo io. L’importante è che non fumi Bonini, che deve correre anche per me!" (Michel Platini)



"Jean Claude Blanc ed io stiamo garantendo al nostro Direttore Generale (Giuseppe Marotta) tutto il sostegno necessario perché possa arrivare a fine agosto con una compagine competitiva da mettere a disposizione del nostro nuovo allenatore, Gigi Del Neri" (lettera di Andrea Agnelli ai tifosi).
Ad oggi è sembrato più facile fare piazza pulita in società piuttosto che tra i giocatori.

Il calcio, così come la vita, è fatto di "cicli". L’ultimo vincente, in bianconero, partì dopo otto anni di insuccessi (in campionato) e da pochi trofei (due Coppe U.E.F.A. e una coppa Italia). In pratica dal "primo" addio alla Juventus di Trapattoni e dal "penultimo" Platini (1985-86).
C’erano due Agnelli (Giovanni e Umberto), ma non si riuscì comunque a fronteggiare i periodi vincenti del Napoli di Maradona, dei Milan di Sacchi e Capello, dell’Inter dello stesso Trap e della Sampdoria di Roberto Mancini e Gianluca Vialli.

Proprio Vialli, convinto da Marcello Lippi a rimanere a Torino dopo le sue due prime deludenti stagioni, divenne il simbolo di una Juventus nuovamente vittoriosa.
Quella che ereditò, dall’ultima creatura di Giampiero Boniperti (1993-94), i seguenti giocatori: Peruzzi, Rampulla, Kohler, Porrini, Torricelli, Carrera, Fortunato, Marocchi, Conte, Di Livio, Roberto Baggio, Ravanelli, Del Piero. Oltre, come detto, allo stesso attaccante di origini cremonesi.

Invece di paragonare, come spesso si usa fare in questi periodi, la Juventus attuale a quella del 2006 o ad una di quelle plasmate dalla Triade in quel periodo, è più utile fare un confronto tra "quel" punto di partenza e questo di Marotta e Andrea Agnelli.
Si capirà, una volta di più, la difficoltà del lavoro che li aspetta. E che stanno svolgendo.
Con tanti sentiti ringraziamenti a John Elkann e Jean Claude Blanc.

Ora c’è poco meno di un mese a disposizione, per costruire una squadra "programmata per vincere".
Il voto che verrà dato al mercato bianconero al 31 agosto, non potrà non tenere conto di queste valutazioni. In attesa di (almeno) un "big" che possa aumentare il tasso tecnico e la caratura della rosa. E nella speranza che questo processo richieda il minor tempo possibile.
Senza perderne ancora: a quello hanno già pensato altri.