1° AGOSTO: IL GIRO DI BOA DEL CALCIOMERCATO

Aperto ufficialmente il 1° luglio scorso, il calciomercato estivo è ora a metà del suo percorso. Ecco cosa è cambiato, e cosa - invece - è rimasto inalterato, in casa bianconera…
01.08.2010 17:00 di  Thomas Bertacchini   vedi letture
1° AGOSTO: IL GIRO DI BOA DEL CALCIOMERCATO
TuttoJuve.com
© foto di Francesco De Cicco/TuttoLegaPro.com

Il consiglio della FIGC ha diramato in modo ufficiale le date del calciomercato estivo. L'inizio è fissato per il giorno 1 luglio, mentre il termine è stato fissato il 31 agosto alle ore 19.00.
Il che vuol dire che oggi, 1° agosto, siamo esattamente al "giro di boa".
Manca ancora un mese alla fine di questa sessione. Poi, si partirà con gli effettivi a disposizione in quel momento. Per altri acquisti e cessioni i battenti si riapriranno in quella invernale (3 gennaio - 31 gennaio 2011).
Ma cosa succedeva all’alba del 1° luglio scorso?

La Juventus attendeva il sì per Marco Motta: dopo averlo ottenuto dallo stesso calciatore si cercava l’intesa (poi trovata) con l’Udinese. Riallacciati i buoni rapporti dopo le tensioni dell’affare (saltato) Gaetano D’Agostino, l’operazione che portò Simone Pepe alla corte della Vecchia Signora (la prima della nuova era Agnelli) aveva contribuito ad un primo riavvicinamento tra le due società.
L’arrivo di Marotta a Torino e gli addii di Gasparin (per i friulani), Alessio Secco ed il parziale allontanamento di Jean Claude Blanc hanno fatto il resto.



Marcello Lippi veniva insultato, al tramonto dell’infelice spedizione sudafricana, nella sua Toscana (prima all’isola del Giglio, poi all’Elba); Brasile e Argentina dovevano ancora essere eliminate da Olanda e Germania; Berlusconi (da Panama) prometteva di rimanere in sella al suo Milan per altri 25 anni (il tempo utile per distanziare chi ha vinto meno di lui…); tra l’Inter e il Real Madrid calava il gelo nella trattativa per la cessione di Maicon alle merengues, mentre Moratti fissava il prezzo per Balotelli ad Arsenal e Manchester City (40 milioni di euro); la Lega A si riuniva in assemblea per la prima volta dopo la scissione con quella che poi è diventata la Lega B; Giovanni Petrucci (presidente del CONI) si dichiarava d’accordo sia con Crimi (Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport) che con Abete (presidente della FIGC) sul metodi di rilancio del calcio italiano (i due, invece, non andavano d’amore e d’accordo), prima ancora di indicare Berlusconi e Moratti come "esempi da seguire"; Cesare Prandelli aveva appena sottoscritto il contratto che lo legherà alla nazionale azzurra (giovane e multietnica) per i prossimi 4 anni.

E per la Juventus, oltre a Motta?
Già concretizzati gli altri acquisti presenti ad oggi, deciso da tempo il trasferimento di Molinaro allo Stoccarda, mentre Cannavaro sbarcava negli Emirati Arabi per essere accolto con tutti gli onori di casa da Mark Bell (d.g. dell’Al Ahli) si parlava delle cessioni di quei giocatori dai contratti "pesanti" e importanti che avrebbero permesso di sbloccare il mercato bianconero.
Tiago aveva chiesto tempo prima di dare una risposta positiva all’Atletico Madrid per la proposta di spalmare il suo contratto biennale (da 2,8 milioni) in triennale, mentre ormai le società - tra di loro - erano sostanzialmente d’accordo; per Fabio Grosso, sempre con gli spagnoli, si parlava di un rinvio ai giorni successivi per una eventuale chiusura dell’accordo.
Zebina e Camoranesi si trovavano nella stessa situazione di oggi: con una valigia in mano.

La prossima potrebbe essere una settimana decisiva per diversi movimenti, sia in entrata che in uscita: è dai primi di luglio che si "dice così". E mentre sul versante acquisti qualche occasione nel frattempo si è presentata (ottima - ingaggio permettendo - quella di Rafael Marquez, svincolato dal Barcellona) e si dibatte ancora su "Krasic o Dzeko" (grazie, Abete…), più passa il tempo e prima arriverà il momento di agire: "cessioni o non cessioni" di quei calciatori che manifestano un grande amore (non ricambiato) verso la Juventus.
Anche se purtroppo non sarà possibile usare una delle migliori armi di convincimento in simili situazioni: quella di dimostrare tutto questo affetto non comodamente seduti in tribuna o sulla panchina, bensì direttamente in campo, seguendo le rigide disposizioni di Del Neri. Quelle che impongono continui "su e giù" per le fasce (stile Marco Motta o Davide Lanzafame) sino allo sfinimento fisico.
Qualche dubbio sull’effettiva convenienza nel restare in bianconero, forse, allora comparirebbe.