ESCLUSIVA TJ - Paolo Rossi (Juve Channel): "Agnelli, una garanzia. Mi aspetto 7-8 nuovi giocatori"

16.05.2010 15:00 di  Salvatore Campana   vedi letture
Paolo Rossi
Paolo Rossi

I microfoni di TuttoJuve.com hanno raggiunto al Media Center di Vinovo lo stimato giornalista di Juventus Channel, Paolo Rossi, che ci ha parlato del suo lavoro, della "Vecchia Signora" e di quella "Nuova", del fallimento di questa stagione, di Andrea Agnelli, del prossimo allenatore, degli infortuni e di Calciopoli.

Cosa significa per uno juventino lavorare per Juventus Channel?
“Significa il massimo di quello che potevo desiderare. Sono stato sempre nel mondo del calcio, in precedenza facevo lo sceneggiatore di film di calcio. Per me è stato bello coniugare la passione ed il tifo per la Juve (sono stato un grande tifoso di curva) con la professione di giornalista per Juventus Channel”.

Qual'è stata secondo te la Juve più forte di tutti i tempi e il giocatore più grande della storia bianconera?
“Difficile da dire. Non ho visto tutte le Juventus. Mi hanno parlato benissimo della Juve di Boniperti, Charles e Sivori. La Juve che mi ha preso il cuore è stata quella del '77, fatta da grandi campioni e grandi combattenti. Ma la Juve del '97 è stata la più forte, soprattutto se avesse vinto quell’anno la Champions. Il giocatore più forte è stato Del Piero, basti vedere il suo curriculum vincente con la sua lunga e grande carriera bianconera. Sicuramente Platini ha avuto il merito di vincere tutto in soli 5 anni di permanenza in bianconero. Anche lui un grande campione alla pari di Alex”.

Dopo gli ottimi acquisti di questa stagione, ti aspettavi il settimo posto in campionato?
“Credo che neanche il più pessimista, potesse pensare a una stagione del genere”.

Premesso che possono essere tante le cause di una stagione davvero negativa, dovendo sceglierne una, cosa diresti?
“Gli infortuni, ma non mi piace pensarlo, perché fanno parte della normalità di una stagione che bisogna saper gestire. Credo invece che questa squadra, abbia una forma di disgregazione constatabile già in alcuni episodi dell'epoca ranieriana e che ci portiamo dietro ancora adesso”.



Cosa pensi di questi ripetuti infortuni che ci tormentano da due anni? Hai una ricetta a tal proposito?
“Non c’è una ricetta. Io penso che nel calcio di oggi, bisognerebbe avere uno staff di preparatori personalizzati per preservare meglio il tono muscolare”.

Arriva Andrea Agnelli...
“Il suo cognome è una garanzia. Due cose bisogna sottolineare: 1) E’ una persona giovane, con idee innovative e a mio avviso i giovani non sono peggio degli anziani. 2) Con la sua passione, darà alla Juve una solidità tale da poter aprire un’era importante, dettata da una figura carismatica come Andrea”

Se fossi un dirigente bianconero, smembreresti la squadra, o faresti una ricostruzione graduale?
“Farei una cosa a metà. A mio avviso bisognerà costruire un nucleo forte e compatto non più costituito da 25 giocatori tra di loro adattabili, ma 15 forti e 10 come “vere riserve”. Ovviamente bisognerà sempre puntare sui giovani. Ma per la prossima stagione mi aspetto almeno 7-8 inserimenti di nuovi giocatori”.

Qual’è la cosa di questa stagione che non vorresti si ripeta nella prossima?
“I crolli all’interno di tante partite di questa stagione. Non voglio più vedere gare che stai vincendo e che alla fine perdi con tanta umiliazione, perché magari hai sottovalutato l’avversario per la troppa sicurezza di batterlo”.

Chi sarà secondo te l’allenatore della Juventus per la prossima stagione?

“Sarà Del Neri. A mio avviso ci sono 3 tipologie di allenatori: 1) L’allenatore vincente, cioè che ha vinto dei trofei come lo sono Lippi, Mourinho, Ancellotti, Trapattoni e Capello. 2) L’allenatore scommessa, dove si corre il rischio di gestire una squadra che deve ripartire da zero, con un progetto innovativo, nonostante possa avere in rosa degli ottimi giocatori. Uno di questi allenatori potrebbe essere Allegri. 3) l’allenatore affidabile, che può avere anche un curriculum non importante, ma che ha la capacità di saper gestire ambiti medio-alti. Tra questi ci sono Prandelli e Del Neri”.

Che idea ti sei fatto su Calciopoli? Esiste davvero un colpevole?
C’era un “modus operandi” di quell’epoca, con il desiderio di trovare un caprio espiatorio. La Juventus così come in parte anche la Reggina sono state le principali vittime di quell’epoca. Ma dobbiamo anche sottolineare che Calciopoli nasce da un’inchiesta della Magistratura. Il motore di Calciopoli è proprio la Magistratura e questo non deve essere dimenticato”.