COBOLLI: "La Juve ha già dato, altri no. I due scudetti erano meritati"

Giovanni Cobolli Gigli, ha lasciato la Juventus alla fine dello scorso anno, ma continua a seguire da fuori, con grande passione, le vicende della sua squadra del cuore, quella che ha presieduto dal 2006 al 2009. Ne parla in una lunga intervista rilasciata al quotidiano "Avvenire" in edicola stamane, rispondendo anche alle domande più scomode.
Cobolli commenta subito la decisione da parte della società bianconera di presentare un esposto alla Figc per la revoca dello scudetto 2006 assegnato all’Inter a tavolino: "Le udienze di Napoli degli ultimi mesi hanno cambiato il quadro. Occorre che la federazione faccia qualcosa - dichiara l'ex presidente juventino -. Certamente quattro anni fa la Juve è stata l’unica coinvolta nel furore mediatico, le nuove registrazioni mutano il panorama: se i giudici ne avessero disposto, all’epoca, ne avrebbero tenuto conto nelle sentenze. Se rivorrei almeno il 28° scudetto? Nessuno può restituire quanto abbiamo passato. Il danno economico è stato devastante, smantellammo una delle squadre più forti d’Europa".
Cobolli (ri)spiega poi i motivi che hanno portato l’avvocato del club bianconero, Cesare Zaccone, ad accettare la retrocessione con penalizzazione: "La sua difesa va contestualizzata. Il procuratore Palazzi aveva chiesto una serie inferiore alla B, addirittura si parlava di C2. Romano Prodi, presidente del consiglio di allora, prima della semifinale contro la Germania, ai Mondiali, parlò di 'fatti delittuosi nel calcio', senza aspettare le sentenze sportive. Per non parlare del commissario straordinario della Figc, Guido Rossi...".
L'ex presidente juventino torna poi sui due scudetti trafugati nell'estate del 2006 dalla bacheca di corso Galileo Ferraris: "Sono convinto che quei due campionati la Juve li aveva meritati, i giocatori e pure l’allenatore Fabio Capello lo ricordano spesso", sottolinea Cobolli.
Impossibile non parlare del nuovo presidente della società bianconera, Andrea Agnelli: "Se lo conosco? In maniera superficiale. Non era nel consiglio, durante il mio mandato. C’è una differenza di età abissale fra noi, l’ho visto qualche volta: conoscevo bene il padre Umberto, nei confronti del quale mantengo grande affetto e senso di riconoscenza. Mi ha seguito nella carriera professionale, di manager, è mancato prematuramente, mi auguro che il figlio si ispiri alle sue qualità".
Dal ’62 un Agnelli non era presidente della Juve: "Perchè la proprietà ha optato per questo passo? Gli juventini ritrovano un connubio strettissimo, la società di calcio torna a essere patrimonio della famiglia", spiega Cobolli Gigli.
Quindi l'ex timoniere bianconero è chiamato a commentare gli ottimi risultati raggiunti da Deschamps (campione di Francia col Marsiglia) e Ranieri (arrivato in finale di Coppa Italia ed ancora in lotta per lo scudetto con la Roma), due allenatori scaricati dalla sua Juventus: "Mi fa piacere che due allenatori con me alla Juve in altre squadre abbiano fatto così bene. Il francese è stato competitivo in Champions e si è aggiudicato la Ligue. Ranieri è arrivato in finale di Coppa Italia e perlomeno sarà secondo in A: alla Roma ha garantito sicuri vantaggi economici. La Juve li bruciati perchè c'era fretta di vincere? Hanno confermato di lavorare bene - risponde Cobolli -. Deschamps arrivò molto stanco e nervoso alla fine della B, ebbe discussioni con Blanc e fece rivendicazioni economiche, nonostante un contratto triennale: lasciò lui, poi si è rammaricato per una decisione legata allo stress, di certo avventata. Ranieri aveva lavorato bene insieme al suo gruppo, la scorsa primavera una serie di motivi ci indusse a quella soluzione, che pure va contestualizzata. In questa stagione ha confermato il suo valore"
Scudetto all'Inter o alla Roma? "Potessi scegliere, lo darei alla Roma - ammette l'ex presidente della Juve -. Per il rapporto avuto con Ranieri e Gian Paolo Montali: è una società gestita bene, con un’ottima presidentessa".
Cobolli si sofferma sulla disgraziata stagione bianconera: "Zaccheroni non ha avuto fortuna, è una persona seria, ha espresso giudizi lusinghieri sulla qualità dei giocatori"
Quindi qualche considerazione anche su Del Piero, che chiuderà la carriera senza il quarto Mondiale: "Ricordo il suo gran bel gol nella semifinale in Germania. Sono un tifoso della Juve e dunque di Alex. Nella finale di Coppa Italia abbiamo visto cosa può accadere a un grande campione molto stressato come Totti. Invece Del Piero ha sempre dominato la caratterialità, non ha mai reagito. In nazionale avrebbe potuto dare ancora di più. In questa stagione con meno acciacchi all’inizio avrebbe aiutato la Juve, con personalità e maturità, ingredienti mancati".
Per la Juventus si chiude un decennio contrastato, con due scudetti, una coppa Italia e una Supercoppa Italiana, mentre il precedente si era chiuso con sei trofei nazionali e tre internazionali. Cobolli fa la sua previsione per il prossimo decennio: "Lunga vita al presidente, anzitutto, a questo ragazzo di 34 anni. La famiglia resterà vicino, come ha promesso John Elkann, nella continuità miglioreranno i risultati, gli investimenti saranno pianificati. Ci sarà da ricostruire e rafforzare la rosa. Non penso a exploit immediati, la Juve tornerà a vincere a medio termine, in 2-3 anni La gestione nuova dovrebbe riportarla in linea con le antagoniste principali".
Cobolli approva la scelta dei vertici bianconeri di puntare su Beppe Marotta: "Incontrò Blanc già lo scorso giugno. L’ho conosciuto in Lega con il presidente doriano Garrone: sa di calcio, è maturo, equilibrato. Nel caso, sarebbe la scelta giusta".
I dirigenti della Juventus sono finiti nel mirino della critica anche per aver gli acquisti di Diego e Felipe Melo, costati complessivamente circa 50 milioni di euro: "Che colpe mi prendo? Non facevo io il mercato, eppure tutto quanto è stato condiviso, le conclusioni erano in compartecipazione. Diego un anno fa era molto quotato, idem Melo: il prezzo abbastanza elevato fu stabilito dal dt viola Corvino. L’investimento venne effettuato su due campioni, giudizio confermato da Zaccheroni e dagli altri giocatori della Juve", spiega Cobolli, che difende quelle scelte.
Dalla gara casalinga contro il Bayern Monaco (da 1-0 a 1-4) la squadra bianconera non si è più ripresa: "A Monaco vissi l’ultima trasferta da presidente, lo 0-0 era stato positivo, eppure nel primo tempo i tedeschi potevamo farci 4 gol, con Ribery e Robben. L’olandese s’infortunò, nella ripresa la difesa fu registrata, lì si intravvidero avvisaglie di difficoltà a reggere il confronto. Il mio addio fu a Torino, 1-0 al Maccabi firmato Chiellini. La svolta negativa in campionato con il Napoli, dal 2-0 a 2-3, subentrarono nervosismo e insicurezza".
Gli domandano se si sia pentito di aver lasciato la Juventus, ma in realtà non è stato Cobolli ad andarsene: "Ero semplicemente in scadenza, non sono stato rinnovato - precisa l'ex presidente -. Ogni tanto sento ancora Blanc, c’è un rapporto di amicizia, però non parliamo tanto di Juventus".
Cobolli Gigli continua a seguire la Juventus, anche se solo in televisione: "Se proprio non riesco, ascolto la radio e le rivedo successivamente", confessa.
Allo stadio, però, non andrà più: "La mia avventura bianconera si è conclusa, venire come ospite mi creerebbe disagio. Ho tanti bei ricordi, preferisco tenermeli così", conclude Cobolli Gigli.