LIVE CALCIOPOLI - Udienza terminata. Pm depositano nuovi atti d'indagine. Arrivederci all'11/05

27.04.2010 09:40 di  Redazione TuttoJuve   vedi letture
LIVE CALCIOPOLI - Udienza terminata. Pm depositano nuovi atti d'indagine. Arrivederci all'11/05
© foto di Federico De Luca

19.15 - I pm Stefano Capuano e Giuseppe Narducci, a conclusione dell'udienza odierna, hanno reso noto di aver depositato nuovi atti di indagine relativi al processo di Calciopoli. Sul contenuto non sono trapelate indiscrezioni.

18.55 - L'udienza è terminata. La prossima è fissata all’undici maggio, quando parleranno i nuovi teste dell’accusa, tra cui Carlo Ancelotti e Roberto Mancini.

18:42 -
L’esame del Pubblico Ministero ai Ferri è concluso. Ora tocca alle difese di Lotito, Mazzini e Della Valle. Si incomincia con quella di Lotito. L’ex componente della commissione tesseramenti della Figc nega nel modo più assoluto di aver favorito l’attuale presidente laziale, affermando che “quando parlavo del buon trattamento riservato ai biancocelesti era solo una mia impressione, visto che lui era contento per le vittorie”. La difesa di Mazzini gli domanda, invece, se ha mai assistito a un incontro tra il suo assistito e Lotito. Ferri afferma di essere stato presente una sola volta ad un loro colloquio, anche se non è riuscito a capire se i due si erano già incontrati altre volte. Arriva la volte dell’avvocato di Della Valle, il quale chiede al teste se sa di frequentazioni tra Delle Valli e l’ex vicepresidente della Figc. “Penso di no, anche se da quello che ho capito i rapporti tra i due non erano eccellenti”. Questa la risposta di Ferri. La difesa del patron della Fiorentina incalza sui rapporti tra Lotito e Della Valle, ma Ferri afferma solo che “erano pessimi, c’era anche un po’ di gelosia tra i due. Contrasti per i diritti tv? Si, erano in litigo anche per quello”.

18.40 -
Narducci domanda a Ferri se fosse a conoscenza di fatti relativi al rapporto tra Lotito e Carraro, soprattutto nella fase del rinnovo delle cariche.  Il teste risponde: "Lotito ce l'aveva anche con Carraro. Si lamentava di lui e non si fidava. Ruotava tutto attorno al rinnovo delle cariche federali. Lo stesso Lotito aspirava ad entrare nella cabina di comando. e c'erano alleanze con tutti che cercavano di accreditarsi con tutti".
Altra contestazione del pm:  "Lei risponde 'Lotito mi fece intendere che anche questa storia dell'aiuto alla Lazio era stata discussa con Carraro'".  Ferri replica: "Confermo tutto. Lotito non mi ha mai parlato di questioni arbitrali e di vantaggi che avrebbe voluto".

18.35 -
Narducci parla poi di un'altra telefonata del 20 maggio 2005 in cui Ferri parla con Mazzini: "Due giorni prima di Lazio-Fiorentina, Mazzini dice che era 'il caso di accettare la proposta' e aggiunge 'magari glielo puoi dire tu...'." . Ferri: "Mazzini e Della Valle sono entrambi toscani. Mazzini si inserisce nei rapporti tra Della Valle e Lotito e vuole fargli fare la pace".

18:30 - Altra contestazione del pm:
"Ancora dalla Sua testimonianza, 'Della Valle voleva che la la Lazio perdesse la gara e la sua contropartita sarebbe stata in termini economici. Lotito mi fece questo racconto commentandolo con un tono disgustato, perché colui che si presentava come un rinnovatore, Diego Della Valle, non aveva esitato a fare una proposta del genere'. Dice ancora che è una Sua opinione che Lotito non avesse accettato questa proposta proprio per il suo disgusto" .
Ferri dice di avere un ricordo sfumato, ma non vuole passare per quello che non dice la verità: "Io sono abituato a dire la verità, altrimenti non farei il magistrato - dichiara il teste -. Lotito ha detto della proposta di Della Valle, però oggi parlare di vendita o di offerte economiche mi sembra un po' troppo. Non vorrei aver aggiunto un'interpretazione più mia che del colloquio. La partita è comunque finita in pareggio e questo mi ha dato ulteriore conferma del comportamento corretto di Lotito.
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18:25 -
Ferri: "Io a questa telefonata ero presente. Andai a trovare Lotito in sede. Qel giorno il pensiero di Lotito era il rapporto con Petrucci. Il Coni aveva chiesto alla Lazio alcuni vecchi canoni di locazione, lui non chiedeva vantaggi e riteneva di essere solo una vittima; in quella occasione ce l'aveva col Coni e stava scrivendo un comunicato stampa. Ecco perchè chiamai Mazzini e glielo passai. Poi parla dei Della Valle, dicendo che quelli che facevano i moralizzatori erano i peggiori".
Narducci chiede a Ferri per quale motivo fossero i peggiori e il teste risponde: "Perché gli avevano fatto una proposta che lo aveva quasi scandalizzato, prima di Fiorentina-Lazio, una proposta da bandito...".
Il giudice Casoria vuol sapere quale fosse questa proposta da bandito, ma Ferri dichiara di non sapere. "Ha detto solo che era una proposta da bandito, che c'era Fiorentina-Lazio e la Lazio non aveva più bisogno di punti", puntualizza il teste.


18:20 -
Narducci: "Il 22 aprile 2005 inizia tra Ferri che ha accanto Lotito e poi prosegue tra Lotito e Mazzini, avendo sempre accanto Ferri". Ma il teste nega: "Non è vero. Lei fa riferimento alla telefonata in cui si parla di Della Valle. Io ricordo benissimo che mi trovavo dai miei genitori. Chiamo io Mazzini, Lotito era lontano. Controlliamo le cellule telefoniche".
Narducci sbotta: "La telefonata è questa, io Le chiedo una cosa e lei mi risponde un'altra!". Narducci: "La telefonata parte con il teste che ha accanto a sé Lotito e passa il telefono". Il Presidente Casoria chiede però come faccia a sapere che rimane lì tutto il tempo. Narducci, quindi, legge la telefonata.

18:00 - Nuova contestazione di Narducci:
"Lei all'epoca rispose che Mazzini si stava adoperando per aiutare Lotito mediante designazioni di arbitri a lui favorevoli. Come lo spiega?". Ferri: "Mi sembrava di aver detto le stesse cose".
Narducci a questo punto legge un'altra telefonata in cui Mazzini dice a Ferri di far presente a Lotito che è stato aiutato. E Ferri chiarisce: "Lotito è sempre un fiume in piena, a volte inizia un discorso e non lo conclude. ha molti limiti a livello di educazione, come modo di porsi, gli ho sempre detto che così non andava bene. Mi sembrava che Lotito lo snobbasse Mazzini. Avevo la sensazione che Mazzini si vantasse di aiuti che, a parer mio non gli aveva mai dato. Mazzini era arrivato ai vertici della Federazione proprio per questo suo carattere gioviale e scherzoso, doveva appoggiarsi a tutti i presidente delle squadre grandi, magari per avere una spinta nella sua carriera federale. Anche a proposito dell'arbitraggio di Chievo-Lazio, Lotito disse che era stato regolare, non che aveva ricevuto aiuti".

17:30 - Narducci legge una telefonata del 15.2.05, nella quale Ferri colloquia di nuovo con Mazzini. "Lei chiede a Mazzini se Lotito lo ha votato. Mazzini dice di sì, che è stato leale e lei conferma. Mazzini dice: lui ai giornali, alla tv non deve mai parlare male degli arbitri, se no siamo rovinati. E se no dopo è difficile aiutarlo. Può chiarirmi questa conversazione?". Ferri conferma il contenuto della conversazione e fa un'altra precisazione: "Ferri, Lotito e Mazzini si sono visti solo una volta in quel pranzo. Tutte le volte che Lotito parlava con me si lamentava degli arbitri e penso facesse la stessa cosa con Mazzini, il quale, voleva accreditarsi per le elezioni. Io quelle cose le ho sempre interpretate così".

17:00 -
Narducci si sofferma su una frase carpita dalla telefonata: "Che cosa intendeva Mazzini quando diceva che aveva bisogno di verificare se c’era stato un intervento sulla questione arbitrale?”. Il pm, insomma, vuol sapere da Ferri se parlando in seguito con i due ha potuto sapere cosa intendesse dire Mazzini. "Su questa questione arbitrale non so - spiega Ferri -. Mi è stato detto, anche in riferimento ad altre telefonate, che dopo una determinata partita io chiamo Mazzini e io l’ho ricollocata, ma è una mia deduzione niente altro…”. La risposta non soddisfa Narducci.
Interviene il presidente Casoria: "Non è il caso di insistere..”. Ma il pm non ci sta: "C’è una contestazione”. Il giudice Casoria: “Non era a conoscenza di quale fosse la questione arbitrale”. Narducci: “Lei dice cose diverse. Nel verbale del maggio 2006 su questa telefonata lei dice “premetto che non mi concentrai su quella affermazione ma quache giorno dopo una partita tra Lazio e Chievo, parlai con Mazzini che mi disse che aveva favorito la Lazio facendo designare un arbitro toscano, cioè Rocchi. Ricordo di averne parlato anche con Lotito e ricordo che lui mi aveva confermato che Rocchi aveva arbitrato in favore della Lazio”.
Ferri a questo punto vuol fare una precisazione: "Ricordo che alla fine del verbale, dopo averlo riletto, tornai sul punto perchè già allora lo dissi in modo non esplicito, dissi che non avevo alcuna certezza, avevo collegato la questione arbitrale, senza avere certezze”. Il pm Narducci incalza ancora Ferri: "E' vero che Mazzini le disse che aveva favorito la Lazio facendo designare un arbitro toscano?”. Il teste glissa sulla domanda e denuncia la sua mancanza d'esperienza: "Un interrogatorio di circa 6 ore, fu una cosa nuova per me - spiega Ferri -. Io avevo coinvolto due persone che conoscevo e che parlavano tantissimo, molto autoreferenziali che se la cantavano e suonavano da soli. Lotito entra nel mondo del calcio e si trova in un mare di problemi: i debiti, i tifosi, ecc.. Lui voleva cambiare il sistema, veniva chiamato il moralizzatore, voleva ridurre gli stipendi ai giocatori, era ossessionato dai debiti, quindi quelle risposte partivano da queste considerazioni. Inoltre, in quel periodo si stavano rinnovando gli organi federali e Mazzini in un certo senso si voleva accreditare nei confronti di Lotito, anche se poi non sono quanto spazio avesse nella Figc. Lotito parlava sempre dei torti subiti e diceva che la Lazio veniva penalizzata..." . Il pm Narducci insiste: "Lei dovrebbe dirmi se ha detto la verità ai pm e se è vera quella Sua affermazione". Ferri ribatte: "Ho detto la verità, ma ho sempre detto che erano mie considerazioni". Il pm: "Le ho letto una Sua dichiarazione nella quale dice di aver parlato con Mazzini e con Lotito". Ferri chiarisce così: "Volevo dire che era l'unico modo in cui potevo dare un senso a quella telefonata. Lotito dopo Lazio-Chievo era soddisfatto dell'arbitraggio, diceva di non aver subito dei torti, e forse impropriamente ho usato la parola 'aiutato'.."

16:05 - Narducci "indaga" sui rapporti tra Lotito e Mazzini e chiede a Cosimo Ferri se per caso i due si conoscessero. "Non lo so, anche se li conoscevo entrambi - replica il teste -. L’unica volta che si sono incontrati con certezza fu ad un pranzo che io stesso organizzai. Lotito si presentò con un’ora e mezzo di ritardo e il pranzo durò pochissimo. In quella occasione non si parlò mai di questioni arbitrali. Mazzini e Lotito hanno due caratteri esuberanti e pertanto non riuscii a capire se quella fosse la prima volta che s'incontravano”.
Narducci cerca di risalire alla data del pranzo. Ferri non ricorda e il Pm lo aiuta: "E' avvenuto dopo che Lotito è diventato presidente della Lazio?". "Si, confermo", risponde il teste.
Narducci chiede poi un chiarimento a Ferri in merito ad una sua telefonata dell’8-2-05 con Mazzini. "Mazzini dice di non riuscire a trovare Lotito perchè era tanto interessato “a una cosa che gli ho fatto”, dice Narducci. E Ferri replica: "Per quello che posso ricordare, riguardava il rapporto tra la Lazio e l’Empoli, perchè all'epoca c’era un calciatore dell’Empoli, Rocchi, che doveva essere riscattato. Quindi dovevano trovare un accordo. Credo si riferisse a questo, dato che Mazzini è toscano"

15:55 -
Il pm Narducci chiede a Cosimo Ferri se avesse mai avuto rapporti con Lotito. Il teste conferma di aver conosciuto il presidente della Lazio prima che questi entrasse nel calcio e di aver poi mantenuto rapporti di amicizia con lui anche durante la stagione 2004/05: "Mantenemmo normali rapporti, ci frequentavamo", afferma Ferri. 
Interpellato da Narducci, Ferri dice di aver conosciuto anche Mazzini: "Lui l’ho conosciuto ancora prima di Lotito, perchè era un dirigente sportivo dalla Toscana che si è sempre interessato di dilettanti. E io vivo in un centro dove ci sono tante squadre dilettanti. Mazzini era co-presidente del Comitato Regionale ed era molto amato nel mondo per via del suo carattere giocherellone. Io frequentavo l’oratorio e fondai una squadra dilettanti. Lo conobbi quando non ero ancora diciottenne. Poi quando mi laureai mi propose di fare il giudice sportivo in ambito provinciale. Lo feci per un paio di anni e poi cominciai a studiare per il concorso in magistratura. Dopodichè persi i contatti”.

15.45 - L''udienza riprende con l'esame del teste Cosimo Ferri
, ex componente della commissione tesseramenti della Figc.

13:45 - L'udienza viene interrotta per la pausa pranzo.
 Dovrebbe riprendere alle 15.15 con la testimonianza del magistrato Cosimo Ferri, ex componente della commissione tesseramenti della Figc.

13:40 - Pairetto: "La Figc ci spingeva a rapporti con i club" -.
Anche Pairetto fa una dichiarazione spontanea, dopo aver "sentito delle imprecisioni per quanto riguarda le designazioni Uefa. Voglio precisare che io ero solo uno dei tre vicepresidenti deputati a fare delle osservazioni sulle designazioni, che venivano effettuate da uno svizzero. Personalmente non ho mai fatto nessuna osservazione in tutta la mia carriera. E' stato anche fatto riferimento ad una designazione di De Bleeckere, ritenuto un mio amico, ignorando però il fatto che in quella gara la Juventus venne penalizzata, in quanto gli fu annullato un gol regolare di Del Piero. Per quanto riguarda i contatti con le società sono contentissimo che stiano uscendo le telefonate con tutte le società della serie A. Deve sapere che era proprio la Federazione ad incoraggiare tali frequentazioni. In due casi, anzi, ci chiese esplicitamente di chiamare le società: ciò accadde quando Coly aggredì Nucini, che lo aveva espulso, e beccò 8 giornate di squalifica. Il caso volle - ha detto Pairetto - che Coly rientrasse in occasione di un Genoa-Perugia per il quale fu designato proprio Nucini. Fu per questo che la federazione ci invitò a chiamare il figlio del presidente del Perugia Gaucci".
Pairetto poi ricorda un sorteggio arbitrale di cui fu chiesta la ripetizione per una preclusione nei confronti di Collina che era stato sorteggiato per la partita del Palermo: "Alla fine del sorteggio i notai ci fecero ripetere le operazioni e dopo dovemmo chiamare Zamparini per spiegargli quanto era avvenuto".



13.30 - Moggi corregge Salvagno -
Luciano Moggi fa una dichiarazione spontanea per correggere alcune presunte inesattezze dette dal teste Salvagno: "Solo alcune precisazioni relative ad inesattezze dette dal teste. Innanzitutto per quello che riguarda le amichevoli, posso dire che c'era un accordo di mandare gli arbitri più vicini dal punto di vista territoriale. Non vi era nessuna richiesta in quanto per le amichevoli era possibile. Per questo motivo nella gara con il Messina venne l'arbitro di Catania, in  quella con il Livorno venne l'arbitro di Firenze. Per quanto riguarda il Trofeo Berlusconi, era abitudine nominare l'arbitro che era passato internazionale quell'anno, ed era il caso di Pieri. Per quanto riguarda la Maserati, ci sono state indagini della Guardia di Finanza che hanno smentito il tutto. Ma bastava vedere che noi non avevamo una lira, senza fare alcuna indagine, altro che Maserati!  Poi si continua a dire ancora della Nazionale: ma chi più di un dirigente di una squadra sa se un certo giocatore è in grado di giocare, di reggere più di una partita a settimana? Un'altra cosa: avrei incontrato De Santis nello spogliatoio, a fine partita. E allora? Ma lo sa questo signore che non era vietato? Lo sa che noi non avevamo addetti agli arbitri, come Meani, che entravano negli spogliatoi anche a metà partita? Facchetti è stato inibito per tre mesi per essere entrato negli spogliatoi a metà gara, ed era vietato, mentre io sono andato a fine gara e non lo era. Mazzini era un bravo uomo ma era solo l'ultima ruota del carro. Un'ultima cosa per quanto riguarda il metodo di indagine seguito da Auricchio: dice di avere utilizzato come metodo di indagine la Gazzetta dello Sport, che è il giornale che praticamente fa le sentenze, e per il quale il principio di non colpevolezza non esiste. Le faccio un esempio: la partita di sabato scorso Inter-Atalanta, per la Gazzetta l'arbitro merita 6,5, mentre per il Corriere dello Sport di Roma merita 5,5. 
Riguardo Udinese-Brescia, è stato detto che l'arbitro aveva ammonito tre diffidati dell'Udinese, poi questa versione è stata ritrattata, ora si dice di Jankulovski, ma nessuno è andato a guardare il filmato: in quella occasione il giocatorte aveva sferrato un pugno ad un avversario e volevo vedere se non veniva espulso....".

13.24 - Inzia il controesame dell'avvocato di Massimo De Santis, Paolo Gallinelli, che domanda a Salvagno se avesse visto la partita Atalanta-Juventus, e se avesse avuto modo di pensare che il sorteggio relativo alla stessa gara fosse stato truccato. In entrambi i casi, Salvagno ha risposto "no".

13.20 - Il legale di Paolo Bergamo, Silvia Morescanti fa domande in merito alla cena in casa Giraudo. A Salvagno viene chiesto se fosse certo della presenza di Bergamo e che tipo di indagini avesse svolto, ma in entrambi i casi il teste non ha risposto.

13.03 -
E' terminato l'esame dei pm. Inizia il controesame dell'avvocato di Luciano Moggi, Maurilio Prioreschi (Moggi), che chiede subito quante telefonate avevano ascoltato. Salvagno tentenna: "Non so, io ho portato al Procuratore tutto quello che avevamo fatto". Prioreschi lo incalza: "Io ho contato 157 telefonate trascritte, rispetto a questo numero, Lei non mi sa dire...". Salvagno risponde: "Ci sono i numeri progressivi". A quel punto interviene anche il giudice Casoria e cerca di spronare Salvagno: "Visto che ci sono i progressivi, allora potrebbe dirci qual è l'ultimo?". "Sulle telefonate è difficile da farsi", replica Salvagno. L'avvocato Prioreschi, a questo punto, chiede "che vengano acquisite tutte le telefonate, visto che dobbiamo acquisire quelle delle 171.000".

12.20 -
Salvagno parla dei rapporti di Moggi con le istituzioni sportive e non. Viena letta anche una telefonata di Tosatti a Moggi in cui lo scomparso giornalista chiede una mano per una vicenda di minacce che ha subìto da una radio romana: "Luciano, a te non ti minacciano perché paghi i giornalisti".

12.05 - 
Il teste Salvagno fa l'elenco delle telefonate dalle quali emergerebbero "benefìci" per alcuni soggetti (macchine, orologi, abbonamenti e accessi auto per lo stadio). Quindi parla della Fazi.  Il teste viene autorizzato a leggere solo i progressivi e le date delle telefonate senza leggere il contenuto. Salvagno enumera i progressivi e le date, ma poi si lascia sfuggire dei contenuti di telefonate. A quel punto l'avvocato della difesa, Maurilio Prioreschi si oppone: "Il teste non può riferire perchè ha soltanto ascoltato le chiamate e non ha fatto alcuna attività investigativa".

11.50 - BERGAMO: "Provata associazione a delinquere? Con carte primitive. La cosa sarà smontata" -
 "Stiamo portando avanti la nostra difesa e anche la commissione giudicante prenderà le sue decisioni in base alle cose che le difese stanno portando avanti". E' quanto dichiarato dall'ex designatore arbitrale, Paolo Bergamo, a Repubblica.it, prima di entrare in aula all'udienza del processo di Napoli su calciopoli. L'ex fischietto ha anche commentato le motivazioni della sentenza di condanna per Giraudo, Lanese, Pieri e Dondarini per "associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva". "Provato che c'era l'associazione a delinquere? Sulla base di carte primitive, credo che dopo la cosa sia stata smontata".

11.42 -
Inizia l'esame del teste Salvagno.

11.40 -
L'udienza riprende. E' entrato in aula il teste Claudio Salvagno. Il giudice Casoria fa sapere al pm che alla prossima udienza dovrà mettere a disposizione della difesa la trascrizione leggibile di tutte le 171 mila telefonate.

11.30 -
Il consulente tecnico della difesa di Moggi, Nicola Penta, afferma: "Tutti si informavano e tutte le società chiedevano gli arbitri migliori. Basta sentire le telefonate tra Pairetto e Bergamo per capire che dopo aver subito pressioni di ogni tipo dalle società, definivano la griglia degli arbitri che avevano in testa". 

 
11:14 -
In questi minuti di stand-by, vi raccontiamo il divertente siparietto che stamattina ha visto per protagonisti Luciano Moggi e un venditore ambulante. Quest'ultimo ha fermato l'ex direttore generale della Juventus all'ingresso del Tribunale ed ha cercato di convincerlo ad acquistare qualcosa. Moggi, però, non ha ceduto e ha replicato con ironia: "Non posso, ho finito tutti i soldi".

11:07 - La difesa di Moggi ha portato in aula altre dieci chiamate "inedite" ritenute interessanti. Ci sono numerose telefonate tra i designatori Pairetto e Bergamo e diversi dirigenti di serie A. Quattro sarebbero partite dalla sede dell'Inter: tre al designatore Bergamo e una direttamente all'arbitro De Santis. In quest'ultimo caso, l'arbitro di Tivoli sarebbe a colloquio con l'allora presidente nerazzurro, Giacinto Facchetti, il giorno dopo un derby con il Milan. Ci sono poi tre telefonate tra la sede del Bologna e il cellulare di De Santis, due in cui la sede del Parma è in contatto con Bergamo e Pairetto, e una telefonata di 40 minuti tra il presidente del Cagliari Cellino e Bergamo. Pare che alcune di queste intercettazioni possano avere contenuti rilevanti ai fini del processo. Ma
il consulente tecnico della difesa di Moggi, Nicola Penta, dichiara che la difesa presenterà anche altre intercettazioni che loro ritengono rilevanti. Ad una domanda sulle sim svizzere ha risposto: "Se si dice che De Santis aveva una sim dal 7 gennaio alla fine di febbraio, e poi il colonnello Auricchio viene qui e, sotto giuramento, dice che De Santis è uscito dall'associazione il 6 gennaio, la cosa si commenta da sola".

10:55 -
L'udienza è stata sospesa per un ritardo dei testi dell'accusa. Si riprenderà alle 11.15

10:40 -
E' arrivato anche Luciano Moggi.

10:20 -
In aula inizia l'appello: presenti gli avvocati di Luciano Moggi, Maurilio Prioreschi e Paolo Trofino. A quanto pare, non dovrebbero invece arrivare dall'Inghilterra, Carlo Ancelotti e Roberto Mancini.

09:48
- Stamane calca e proteste all'ingresso del Tribunale di Napoli. Per assistere dal vivo a questa nuova puntata della telenovela calciopoliana, infatti, oggi è necessario un accredito. Tanta gente è rimasta fuori e verosimilmente non potrà assistere all'udienza. L'aula, infatti, è troppo piccola per contenere tutti.  

La nube islandese si è dissolta, dunque, stamane dovrebbe riprendere regolarmente anche il processo Calciopoli. La precedente udienza, infatti, era stata sospesa proprio a causa del blocco aereo che aveva impedito ad alcuni testimoni di essere presenti in aula. Oggi davanti alla nona sezione penale del tribunale di Napoli non ci sarà comunque Carlo Ancelotti, che dovrebbe rimanere a Londra e quindi deporre in altra data. L'udienza odierna sarà pertanto dedicata all'esame degli altri testimoni, in particolare l’ispettore di polizia Claudio Salvagno, che svolse indagini sulla base delle intercettazioni disposte dalla procura di Torino, e il magistrato Cosimo Ferri, che all'epoca dei fatti era presso la commissione tessaramenti della Federcalcio. Dovrebbero essere presenti anche l'ex arbitro Cuttica, Guglielmo Pepe, Fabio Vignaroli e, forse, il tecnico del Manchester City, Roberto Mancini.
Verrà invece rinviato l'incarico di perizia che doveva essere conferito alla successiva udienza per la trascrizione delle telefonate "inedite" la cui acquisizione è stata chiesta dai legali di Luciano Moggi e Pierluigi Pairetto. Per il 4 maggio, data dalla udienza in cui il Tribunale aveva convocato il perito, è infatti stata proclamata un'astensione dei penalisti.
Oggi TuttoJuve.com seguirà minuto per minuto LIVE quest'altra fondamentale udienza del processo "Calciopoli".