MOGGI: "Tutti sapevano, tutti facevano"

Intervista esclusiva de laRegioneTicino all'ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi, che dal prossimo 13 aprile dovrà rispondere alle accuse di Calciopoli davanti alla Procura di Napoli.
08.04.2010 18:45 di  Redazione TuttoJuve   vedi letture
Fonte: di Mauro Antonini per "laRegioneTicino"
MOGGI: "Tutti sapevano, tutti facevano"

La sua rivincita Luciano Moggi l’ha preparata scrupolosamente. Il 13 aprile prossimo, dai banchi del tribunale di Napoli, cercherà di dimostrare che Calciopoli è solo ‘carta straccia’ e che il teorema della cupola è pura fantasia.
I suoi legali promettono battaglia: presenteranno infatti le trascrizioni di nuove intercettazioni telefoniche dalle quali emergerebbero inediti e clamorosi scenari sulla vicenda che nel 2006 ha sconvolto il calcio italiano.
I legali di Big Luciano hanno pochi giorni per ‘mettere nero su bianco’ le oltre 15 mila conversazioni registrate dagli inquirenti nell’ambito dell’inchiesta partita quattro anni fa. Un’impresa quasi titanica: come scriveva Repubblica, ci vorrebbero almeno cinque mesi per riuscire nell’intento.
Resta il fatto che delle intercettazioni sono già finite su alcuni siti e su alcuni giornali e l’impatto è stato devastante. Tanto per dirne una l’immagine dell’Inter, che era uscita ‘immacolata’ dai processi sportivi, è stata scalfita pesantemente. Le telefonate di Moratti e Facchetti ai responsabili della classe arbitrale non lasciano dubbi...

Insomma, Moggi non molla. Anzi rilancia.
«Avete visto? Altro che cupola: allora non era soltanto Moggi che chiamava Bergamo... Ci son dentro sino al collo anche il signor Moratti e la sua Inter. Tutti sapevano e tutti... facevano. Al processo del 13 aprile ne vedremo delle belle. Le nuove intercettazioni faranno esplodere una bomba, il nostro obiettivo è quello di far luce a 360 gradi su questa vicenda. Dal 2006 ad oggi non è stato detto e scritto tutto: alcuni aspetti sono stati volutamente taciuti. Qualcuno è riuscito a farla franca».

A chi si riferisce in particolare?
«A quelli che hanno sempre recitato la parte delle vittime e dei moralizzatori. Alla fine, come detto prima, sono coinvolti anche loro. Insomma: chi è senza peccato scagli la prima pietra».

Ciò non toglie che lei abbia calpestato il codice etico sportivo. Si sente così sicuro?
«Anche i miei ex colleghi dirigenti hanno telefonato ai vari Paolo Bergamo e Gennaro Mazzei. E aggiungo questo: nelle famose conversazioni non mi pare che io abbia chiesto di far vincere la Juventus o di pregiudicare altre squadre. La verità è che hanno voluto fare di Luciano Moggi un capro espiatorio».

Direttore: lei per fare successo ha dovuto ricorrere a mezzi non molto puliti. Lo ammetta.
«E chi lo dice?».

Un esempio? Al processo Gea, la società che gestiva le procure sportive di diversi calciatori soprattutto italiani, è stato condannato in primo grado a un anno e sei mesi per violenza privata nei confronti di alcuni calciatori.
«Hanno prevalso le calunnie. Hanno voluto affossarmi e i testimoni sfilati nell’aula di tribunale sono ricorsi alla menzogna. Facile prendersela con Moggi».

Un altro esempio? Che ne dice delle intercettazioni telefoniche che l’hanno inchiodata e spedito la Juventus in B?
«Si è invasa una sfera privata in modo illegale...».

E le montature?
«Di questo parleremo al momento opportuno e nelle sedi opportune. Per ora la giustizia non è riuscita a dimostrare niente».



E la denuncia a suo carico dell’ex direttore sportivo della Roma Baldini?
«Ne riparleremo al processo di Napoli».

Il Bologna ha tentato di farla rientrare dalla porta di servizio. Ma la stampa e i tifosi l’hanno ostacolata.
«Sono stato io a decidere di non andare. Non volevo creare problemi alla famiglia Menarini che, per altro, con me è stata molto disponibile. E poi al Bologna avrei al massimo fornito qualche consulenza».

In Italia le polemiche sugli arbitri e i loro presunti favori continuano. All’Inter hanno detto: ‘Moggi non c’è più ma non è cambiato nulla’.
«L’Inter, almeno per ora, è stata salvata da Calciopoli. Ma verso la fine degli anni Novanta aveva avuto diversi problemi per la questione dei passaporti. Eppure, nessuna sanzione importante fu presa nei suoi confronti. E oggi gli interisti continuano a fare la morale. Ma farebbero bene a stare zitti. Anche loro hanno la coscienza sporca. La storia dei poteri forti è stata creata ad arte perché i nerazzurri non vincevano più nulla da oltre quindici anni. Ma ripeto: il 13 aprile ascolteremo le nuove intercettazioni e poi ne riparleremo. Per altro, alcuni giornali le hanno già pubblicate».

I tifosi bianconeri invocano sempre il suo nome.
«Una questione di semplice gratitudine. Quando lavoravo a Torino ho costruito con altri una squadra che sapeva vincere ovunque. Per questo mi ringraziano ancora oggi. Da tutta Italia ricevo sempre attestati di riconoscenza».

Qualcuno dice che se Berlusconi avesse vinto le elezioni nel 2006, lei sarebbe stato risparmiato da Calciopoli.
«Ma va... Incontrai Berlusconi nella primavera del 2006 e il presidente rossonero mi chiese se avessi voluto entrare nel Milan come direttore generale. Ma poi sapete come andarono le cose. Se Berlusconi avesse vinto le elezioni non credo sarebbe cambiato qualcosa. Anzi».

Si spieghi…
«Due settimane dopo l’incontro con Berlusconi, in federazione arrivarono i fascicoli della Procura di Torino con le intercettazioni che mi concernevano. Carraro informò subito Galliani, il quale ne parlò con l’attuale presidente del Consiglio. L’amministratore delegato milanista suggerì a Berlusconi di lasciar perdere. Per via, appunto, dell’inchiesta che mi avrebbe successivamente coinvolto».

Senta Moggi: malgrado le squalifiche e le condanne subite lei è sempre ospite molto gradito di alcune trasmissioni sportive italiane (Canale 5, Italia 1, Telelombardia, Antenna 3) e tiene pure una rubrica settimanale sul quotidiano ‘Libero’. Come si spiega?
«Volenti o nolenti faccio sempre notizia – conclude un Luciano Moggi in gran spolvero – . Che ci posso fare. Certo che quel Josè Mourinho (tecnico dell’Inter, ndr) è un gran bel rivale. Ogni giorno le spara grosse e i giornalisti ci costruiscono una storia da pubblicare. Al livello mediatico è un numero 1».

Se lo dice Moggi...