Buffon: "Pronti per Inter e Bayern"

Gigi Buffon, intervistato in esclusiva dal quotidiano torinese "La Stampa", fa il punto della situazione in casa Juve, alla vigilia del big match con l'Inter: "E' una gara importante, alla quale teniamo molto. Noi, i nostri tifosi, e anche loro. Al di là del distacco, la rivalità c’è sempre", ammette il portierone juventino".
"Sono rimasto qui per vincere", disse tempo fa il nostro Gigi, che ora ha nostalgia della vittoria: "Ora cosa si fa? Guardiamo in casa nostra e non in quella degli altri, e lavoriamo. La storia ti impone alcuni obiettivi, se giochi in certe squadre. E a me, vincere, manca molto. Abituato alle vittorie dell'Inter? Quando uno vince vuol dire che è il migliore. E se per ora l’hanno fatto loro, significa che sono stati i più bravi".
A Buffon viene poi domandato maliziosamente se Diego e Felipe Melo siano dei campioni: "Sono scarsi - replica col sorriso il numero uno -. Scherzi a parte, anche adesso siamo convinti che ci siamo rinforzati molto: quando troveremo unità d’intenti, la giusta amalgama e coesione, saremo una squadra importante. Poi non ho idea se riusciremo a vincere o no. Di certo la società ha fatto sforzi importanti per renderci più competitivi e questo è sotto gli occhi di tutti"
Il momento è negativo, ma il portiere della Juve e della Nazionale non è preoccupato: "No, assolutamente. La grande partita ti dà tutte le motivazioni, difficilmente la sbagliamo. Purtroppo, per vincere il campionato i punti più pesanti sono quelli che perdi con le piccole: metti i due punti con il Bologna, che ha pareggiato all’ultimo minuto, e i tre con il Napoli, con il quale stavamo vincendo fino al sessantesimo, e cambia già la stagione".
Gigi crede nella rinascita della Juve e attende che ai buoni propositi seguano anche i fatti, nella fattispecie i risultati: "Se sei il più forte, il destino te lo costruisci. E se realmente abbiamo questa voglia di vincere che palesiamo e che diciamo sui giornali di avere, questa voglia di ricominciare un ciclo importante, se è davvero radicata nella nostra anima, verrà fuori. Altrimenti rimarranno solo parole. La differenza tra chi vince e chi no sta nel dettaglio, nei particolari. Dobbiamo ricominciare a dare importanza al dettaglio".
Domani c'è l'Inter, martedì il Bayern. Buffon è certo che la Juve farà due grandi partite: "La prestazione ci sarà, poi contro due grandi squadre puoi anche perdere.
Però sotto tutti i punti di vista, tattici e caratteriali, saremo pronti".
Quest'anno il derby d'Italia sarà orfano di Ibrahimovic, ma l'Inter ha ugualmente altre carte vincenti da giocare, come conferma il numero uno: "A me piace parlare prima, non dopo. E quest’estate penso di essere stato uno dei pochi a dire che l’acquisto di Eto’o, Milito e Thiago Motta, davano loro qualcosa in più. Anche se Ibra è un grande".
Cannavaro ha detto che la squadra non è tranquilla: "Dopo un po’ di brutte prestazioni e di sconfitte, ti vengono a mancare le sicurezze e la fiducia nel fare anche le cose semplici", spiega Gianluigi.
Sulla sua esclusione dal listone del Pallone d'Oro, dice: "E' il solito discorso del calcio italiano in crisi. Dico una cosa però, anche se sembrerò poco modesto: forse un posticino l’avrei meritato. (sorrisone). Anche se smettessi di giocare per un anno".
Infine, Buffon, parla del problema razzismo e degli ultimi episodi d'intolleranza nei confronti di Balotelli e Sissoko: "Bisogna dare il giusto peso, come in tutte le cose. È normale che un “buu” è sicuramente razzista. Altri cori, secondo me, sono di scherno e non hanno nulla a che vedere con il razzismo. Alcune volte facciamo i conti senza valutare in maniera serena e giusta le situazioni. Per anni il povero Materazzi, seppur non fosse di colore, è stato massacrato in tutti gli stadi e nessuno ha mai pensato di sospendere una partita. Lucarelli idem. Allora dico: va bene tutto, sono cori che vanno stigmatizzati, però non facciamo i razzisti al contrario. Sennò cadiamo nella demagogia".
A Bordeaux, il portiere bianconero è intervenuto in prima persona per zittire gli ultrà: "Mi avevano chiesto di parlare con i tifosi. Ho detto: “Ragazzi, lo so che alla fine non ritengo siano cori razzisti ma di scherno (“Se saltelli...” ndr), ma se la dobbiamo pagare noi, perdiamo a tavolino o ci squalificano il campo, non vale la pena. È meglio che la smettiate".