La rabbia "mediatica"

Basta un rapido giro sui principali forum bianconeri, qualche tweet e stato di Facebook per capire con chi ce l'ha in questo momento il popolo bianconero Un sentimento ben conosciuto in società, se appena qualche giorno fa Andrea Agnelli ebbe modo di dire che l'antijuventinismo sta ritornando con rinnovato vigore. D'altronde, esiste praticamente dalla notte dei tempi, soprattutto quando i bianconeri sono primi in classifica, quando sono settimi nessun problema. Che fare? Innanzitutto, nessuno è obbligato a leggere quei quotidiani che vengono etichettati come "anti-juventini", a cliccare su certi siti o guardare certe trasmissioni. Come indicato da Antonio Corsa, la migliore pubblicità che si può fare è parlare di questi media, bene o male non fa importanza. Un click significa un contatto, un contatto comporta avere maggiore potere sulle aziende che regolano gli investimenti in base proprio alle letture.
Quindi, per quanto riguarda i tifosi un modo semplice di non dare importanza c'è ed è utile. Certamente, la società non deve restare inerme e siamo sicuri si sia già mossa in tal senso. Primo non rilasciando interviste in esclusive a certi quotidiani, secondo dotandosi di un canale tematico, Juventus Channel trasmesso in chiaro (in Friuli, Udinese Channel in meno di un anno ha già riscosso notevole successo). Tutto però ciò non basta, perché spesso i direttore di giornali si affidano alle leggi di marketing e l'antijuventinismo tira sempre. Alla Juventus, quindi, il compito di capire come muoversi, perché così il suo popolo non vuole andare avanti.