Sportitalia - Monologo di Jacobelli: "Il processo a Conte è una farsa che si regge sul nulla. Condannato senza lo straccio di una prova"

06.09.2012 10:30 di Redazione TuttoJuve   vedi letture
Sportitalia - Monologo di Jacobelli: "Il processo a Conte è una farsa che si regge sul nulla. Condannato senza lo straccio di una prova"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Ieri sera, nel corso del nuovo programma condotto da Michele Criscitiello su Sportitalia, "Calcio & Mercato", è andato in scena un duro monologo del Direttore Xavier Jacobelli, che ha difeso strenuamente Antonio Conte ed ha attaccato i vertici del calcio italiano. TuttoJuve.com ha trascritto integralmente il suo intervento:

"Vorrei solo ricordare che Conte è in attesa del giudizio del Tnas, il Tribunale Nazionale dell'Arbitrato Sportivo; che è stato condannato in primo grado a dieci mesi e condannato ancora a dieci mesi in secondo grado, nonostante la Corte di Giustizia Federale lo abbia prosciolto dalla vicenda relativa alla partita Novara-Siena; che è stato condannato senza uno straccio di prova, senza un riscontro documentale, senza una intercettazione; che ai suoi legali è stato proibito di controinterrogare il pentito che lo ha accusato e che l'ha sfangata con una pena che definire morbida è semplicemente un eufemismo; che il processo a Conte è stata una farsa e che lo abbiamo misurato anche dal fatto che uno dei membri del collegio giudicante (Sandulli, ndr), quantomeno per una questione di eleganza, non avrebbe dovuto poi andare ad una radio ad affermare che gli era andata anche bene, perchè non era stato condannato per illecito sportivo, per il semplice fatto che non era stato neppure deferito per illecito sportivo; che 23 tesserati avevano scagionato Conte, ma questi 23 tesserati non sono stati deferiti; allora delle due l'una: se c'entravano anche questi 23, dovevano andare a processo anche loro, altrimenti era innocente anche Conte. Tutto il processo Conte - basta andare a leggersi gli atti, uno ad uno, di primo grado - si regge sul nulla. In un tribunale ordinario, Conte sarebbe stato assolto con tante scuse. Il presidente del Coni ha affermato in questi giorni che una volta che sarà finita la vicenda delle scommesse e tutti i vari procedimenti che sono in essere, bisognerà porre mano alla riforma della giustizia sportiva. Se c'è una cosa intollerabile in questo Paese, è che per affrontare i problemi, si aspetta sempre dopo, non prima. Il discorso vale anche per la questione Conte, ma vale anche per l'atteggiamento dei club: la stessa Juventus avrebbe dovuto sollevare la questione della riforma della giustizia sportiva prima che scoppiasse il caso calcioscommesse, perchè è troppo tardi sollevare questi problemi quando si viene toccati direttamente. Noi abbiamo registrato in questi anni una riforma del codice di giustizia sportiva varato nel 2007 che premia i pentiti in una maniera eccessiva; abbiamo registrato il primo giugno scorso, in occasione dell'amichevole che l'Italia giocò a Zurigo contro la Russia, una presa di posizione della Federazione Italiana Giuoco Calcio, che non è un ente dopolavoristico che si occupa di pesca e di caccia; in base a questa nota diffusa dalle agenzie si diceva che forse il presidente della Federcalcio avrebbe potuto impugnare le sentenze di quella tornata di verdetti che erano stati troppo morbidi nei confronti dei pentiti. Cosa che ovviamente non è stata fatta. Allora il problema, come sempre, è della struttura del calcio italiano, della Figc e della Lega, che sta stabilendo un record mondiale, anzi galattico, perchè dal marzo 2011 c'è un presidente dimissionario e non eleggono il successore perchè non si mettono d'accordo; e intanto consentono che si giochino partite sul campo di patate del San Paolo oppure a Is Arenas, in uno stadio che non era ancora completato; la Lega lo sapeva benissimo, poteva prendere una decisione di buon senso, cioè invertire i campi: anzichè Cagliari-Atalanta, Atalanta Cagliari, in modo tale che la società sarda potesse completare l'impianto. Ma hanno giocato lì. Allora la domanda è: quelli che gestiscono il calcio italiano, dalla giustizia sportiva, agli stadi, a tutte le cose che non funzionano, chi li mette lì? Quelli che li votano. Ovvero quando c'è l'elezione del presidente del Federcalcio e della Lega, votano sempre gli stessi. Allora è evidente che a tutti o alla maggioranza di tutti quelli che si occupano di calcio in Italia, stia bene questa situazione di totale, totale, immobilismo. Non cambia mai nulla. Oggi abbiamo appreso che la Turchia ha superato nella classifica degli stadi e dell'organizzazione del campionato, la Serie A italiana, perchè ha stadi nuovi, perchè ha i soldi e perchè ha impianti degni di questo nome. La Turchia. Complimenti alla Turchia e complimenti ovviamente alla Lega e alla Federcalcio".